È boom delle frodi creditizie con furto di identità, messe a segno rubando dati personali e finanziari «per ottenere credito o acquistare beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e di non pagare il bene».
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L’aggiornamento relativo ai primi sei mesi del 2019 da parte dell’osservatorio Crif – Centrale Rischi Finanziari e Mister Credit segnala per la Lombardia 2.305 casi totali, pari a un incremento del 53% rispetto ai dati rilevati durante il primo semestre del 2018, quando le segnalazioni sono state 1.505. Numeri, questi, che hanno fatto schizzare la regione in testa alla classifica nazionale. La Lombardia si posiziona così al primo posto: precede la Campania, seconda classificata con 2.278 casi, e il Lazio, al terzo posto con 1.933. E se a livello regionale il maggior numero di frodi è stato registrato a Milano con 939 casi (contro i 557 dei primi sei mesi dell’anno passato), dati in crescita anche per la provincia di Monza e Brianza che, con le sue 221 segnalazioni, si posiziona al terzo posto. Tra Milano e Monza, seconda classificata è Brescia (254). A livello nazionale i casi sono stati 16.700, con un incremento del 36,7% e un danno stimato di oltre 77 milioni di euro. I dati evidenziano che sono spesso i più giovani a commettere l’errore di lasciare i propri dati personali in balia della rete: le vittime di frode creditizia di età compresa tra i 18 e i 30 anni sono cresciute in sei mesi del 23,2%. In generale, comunque, sono principalmente gli uomini a essere raggirati: rappresentano quasi il 65% delle vittime.
Attraverso un finanziamento ottenuto in modo fraudolento, si legge nel report, vengono acquistati per lo più elettrodomestici (30,5% dei casi totali). Cresce rispetto all’anno scorso la categoria auto e moto (ora al 13,7%), seguita da articoli di arredamento (7,9%). «L’importo medio riscontrato – spiegano dall’Osservatorio Crif invitando a fare attenzione soprattutto in questo periodo che precede le festività – è pari a 4.662 euro, in flessione rispetto all’anno scorso di oltre il 20%: il che conferma come i malintenzionati si stiano orientando su importi sempre più modesti rispetto al passato».
Quasi il 56% dei casi viene scoperto entro i sei mesi. «Le organizzazioni criminali – hanno spiegato da Crif – si stanno sempre più aprendo alle frodi online», aiutate anche dal fatto che in rete circolano moli sempre più consistenti di dati personali. E allora qualche suggerimento: non rispondere mai a mail che chiedono username e password del proprio servizio di home banking e verificare spesso i movimenti del conto corrente, controllare che gli acquisti online vengano realizzati su piattaforme sicure – assicurandosi che la pagina su cui si sta effettuando il pagamento sia contrassegnata dalla presenza di un lucchetto. E poi, ancora, aggiornare l’antivirus del computer e, nei negozi e nei ristoranti, non perdere mai di vista bancomat e carta di credito, perché potrebbero essere manomessi. Quando si preleva, infine, controllare che non ci siano manomissioni o anomalie nell’apparecchiatura del bancomat.