Pur di non avere conseguenze al lavoro, si sarebbe inventata una rapina per giustificare lo smarrimento del pc aziendale. La donna, una 47enne del Lecchese, così da presunta vittima è passata ad essere indagata per simulazione di reato.
Si inventa una rapina: ecco cos’ha raccontato
Tutto è partito lo scorso 11 maggio quando si era presentata dai carabinieri di Cremella, Lecco, per denunciare che quel pomeriggio, verso le 15, mentre era alla guida della auto, appena uscita dallo svincolo della Statale 36 di Veduggio con Colzano, era stata affiancata da un’altra auto e il conducente, dopo averla seguita per qualche chilometro, l’aveva improvvisamente costretta a fermarsi, tagliandole la strada. Quindi, affiancandola sul lato di guida, era sopraggiunta una moto di grossa cilindrata con in sella un altro uomo con un casco integrale scuro che, impugnando una pistola, aveva colpito il finestrino intimandole di aprire e a gesti, puntandole addosso un’arma, si era fatto consegnare una valigetta che aveva sul sedile del lato passeggero. Quindi, insieme alla macchina del presunto complice, si era allontanato verso Renate.
All’interno della valigetta la donna aveva riferito ai militari lecchesi di avere molti documenti di lavoro e il computer, fortunatamente assicurato.
Rapina inventata, i carabinieri scoprono tutto
La segnalazione dell’accaduto, arrivata anche al comando stazione carabinieri di Besana in Brianza, ha fatto evidentemente alzare il livello di attenzione sul territorio. Ma qualche particolare del racconto sarebbe risultato sin da subito poco chiaro. I carabinieri di Besana nei giorni successivi hanno quindi convocato la donna in caserma e le hanno chiesto di precisare i dettagli della rapina. La donna sarebbe caduta in contraddizione finché avrebbe confessato che, in realtà, quel giorno, avrebbe perso la valigetta con i documenti e il pc e, per giustificarsi con il proprio datore di lavoro, avrebbe deciso di raccontare di essere stata vittima di una rapina.