La scelta dell’amministrazione comunale di Arcore e dell’Anpi di invitare la giornalista Claudia Cernigoi per celebrare la Giornata del ricordo dedicata alle vittime delle foibe istriane ha creato polemica con l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con sede a Monza e che annovera tra i suoi membri anche Franco Delise, originario di Capodistria e residente ad Arcore. Il centrodestra brianzolo ha annunciato un presidio di protesta davanti alla sede dell’evento.
«Non capisco come il Comune e l’Anpi possano organizzare un incontro con Cernigoi, che è una negazionista – ha affermato Delise – Le foibe non devono essere cancellate o negate e lo dico a fronte dell’esperienza dei miei genitori e dei miei parenti che hanno vissuto proprio in quelle terre nel periodo del genocidio».
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L’arcorese nei giorni scorsi ha voluto portare le ragioni del suo “no” all’assessore alla Cultura Paola Palma, facendosi accompagnare anche dal presidente della sua associazione, Pietro Cerlienco. I due hanno avuto una riunione di oltre un’ora con l’esponente della giunta che ha provato a fare una controproposta.
«A fronte della questione che mi è stata sottoposta ho suggerito a Cerlienco e Delise di partecipare all’evento del 12 febbraio (alle 10.30 nella sala del Camino) di modo che al tavolo ci siano due voci per raccontare la vicenda istriana – ha spiega Palma – però non hanno voluto accogliere l’idea. Ho ascoltato il progetto di Delise di promuovere una mostra sull’argomento per le scuole del paese e ho provveduto ad informare subito il dirigente scolastico. Sono comunque convinta che tutti condividiamo l’idea che queste stragi che sono successe in passato non devono più accadere».
Delise ha sottolineato che «l’amministrazione deve porre attenzione a tutti i fatti della storia a prescindere dal colore politico, perché purtroppo ci sono state tante vittime sia per colpa dei fascisti quanto dei comunisti. Noi non parteciperemo all’evento del 12 febbraio».
Sul tema è intervenuta anche l’Anpi che attraverso un comunicato ha sottolineato che «la Giornata del ricordo è stata istituita per ricordare i morti delle foibe e così faremo. La nostra intenzione è dare il giusto peso a quegli accadimenti iniziati subito dopo la fine della Prima guerra mondiale, quando questi territori (ex austriaci) furono ceduti all’Italia e l’Italia vi instaurò il suo dominio illiberale e fascista, fatto di nazionalismi, di persecuzioni, di privazioni in ogni diritto (perfino della lingua), dei cognomi e della propria cultura. Quegli anni di oppressione e quelli ancor più insanguinati della guerra, incidendosi profondamente nella memoria delle vittime, portarono poi alle Foibe, alla sconfitta del fascismo, alla perdita dei territori e infine all’esodo di gran parte della popolazione italiana dell’Istria e della Dalmazia. Questa è storia, come è storia l’Olocausto».
L’argomento è stato discusso anche in Consiglio comunale: il centrodestra compatto ha chiesto all’amministrazione di mettere le bandiere a mezz’asta fuori dal municipio. «Come ho spiegato durante la seduta – ha detto l’assessore – tutti gli anni arriva una comunicazione dalla prefettura per compiere questo gesto sia il giorno della Memoria (27 gennaio) che il giorno del Ricordo».
Col passare dei giorni è montato anche il dissenso da parte dei rappresentanti del centrodestra brianzolo, che hanno annunciato una protesta a ranghi compatti e chiedono le dimissioni dell’assessore.
«Ad Arcore l’ennesima vergogna targata PD – ha commentato Cristiano Puglisi, candidato sindaco per Forza Italia alle ultime elezioni e capogruppo d’opposizione in consiglio – Dopo aver scelto come relatrice per il Giorno del ricordo dei martiri delle foibe, vittime italiane della violenza comunista di Tito, la negazionista Claudia Cernigoi, l’Amministrazione comunale fa per l’evento un manifesto in cui si parla di tutto, tranne dei martiri delle foibe. Chiediamo le dimissioni dell’assessore Palma!».
«Sono serviti anni di lotte per inserire nei testi scolastici la storia degli esuli Istriani e del genocidio delle Foibe e questa amministrazione in questo modo offende la memoria dell’Italia intera, in Brianza mancava solo una “Sindaca” negazionista per chiudere il cerchio intorno a questa sinistra indegna», fa eco Massimilano Meloni di La Destra.
«Non sorprende affatto, in un paese dove né il Presidente della Repubblica Mattarella né il Presidente del Senato Grasso a quanto pare presenzieranno alla foiba di Basovizza il 10 febbraio in occasione del Giorno del Ricordo, che il revisionismo storico unilaterale sia lo sport preferito dalla intellighenzia di sinistra – dichiarano in una nota congiunta il capogruppo in regione Lombardia Massimiliano Romeo e il segretario provinciale Emanuele Pellegrini – Ora non sarà più consentito alla storia di smarrire l’altra metà della Memoria».