La decisione era (praticamente) scontata. La maggioranza del consiglio comunale di Arcore, guidata dal sindaco Maurizio Bono ha negato il patrocinio al Pride che si svolgerà il 27 settembre ad Arcore.
Presenti in aula anche il presidente di Brianza oltre l’arcobaleno, Oscar Innaurato e alcuni membri dell’associazione che organizza l’evento di settembre. Al momento della votazione hanno sollevato cartelli con la scritta: “Con o senza patrocinio non ci fermerete”.
Arcore: no al patrocinio al Pride di settembre, la mozione della minoranza
Nella discussione, che ha portato al voto più che prevedibile dell’assise di via Gorizia, non sono mancate scintille. Ad aprire il dibattito in aula è stata la mozione presentata dalla minoranza e letta dal consigliere Federico Bove: «Chiediamo al sindaco e all’assemblea se intendono concedere il patrocinio all’evento del Pride, e partecipare con delegati e il gonfalone del Comune e mettere a disposizione spazi per la manifestazione».
La maggioranza con in testa il sindaco Bono ha ascoltato la richiesta, sollecitato dall’intervento del consigliere Pd Michele Calloni. «Nel corso degli anni avete concesso patrocini a diverse iniziative certamente non condivise da tutti gli arcoresi, dalla festa della birra e della carbonara alle selezioni regionali di Miss Italia. Mi chiedo con quali criteri allora venga concesso il patrocinio». Parole accolte con soddisfazione dai rappresentanti del Boa che, non potendo applaudire né intervenire, si sono limitati a sollevare le mani in gesto di approvazione.

Arcore: no al patrocinio al Pride di settembre, la maggioranza e la Brigata ebraica
Il primo commento della maggioranza è stato quello del consigliere di Forza Italia Tommaso Confalonieri che, scivolando poi sulla sua stessa dichiarazione, ha ricordato come «nel Pride di Milano di poche settimane fa la Brigata ebraica, storicamente presente alla manifestazione, sia stata esclusa. Pur condividendo i valori promossi dal Pride non si può concedere il patrocinio del Comune un evento dove non tutti si sentono rappresentati e dove alcuni vengono esclusi».
Ma la Brigata ebraica aveva deciso autonomamente di non prendere parte al Pride milanese come segno di protesta contro l’inserimento della parola “genicidio” presente nel programma, riferita al massacro della popolazione di Gaza.
Spiegata la questione la discussione è tornata ad Arcore. Solidale con le parole dell’azzurro Confalonieri anche Marcello Renzella: «Iniziative come il Pride, connotate da impronta politica e ideologica, portano a divisioni. Il Comune deve rimanere equidistante, rappresentando ogni cittadino». Della stessa opinione anche il leghista Pierluigi Perego: «L’amministrazione deve tutelare la coesione sociale. Schierarsi su questioni ideologiche e identitarie esclude una parte dei cittadini».

Arcore: no al patrocinio al Pride di settembre, l’amarezza del Boa (Brianza Oltre l’Arcobaleno)
L’ultimo appello lanciato da Bove, che ha ricordato che «il patrocinio concesso al pride avrebbe fatto sentire meno soli gli arcoresi che ancora oggi si sentono esclusi e violati nei loro diritti civili», non è servito.
«Per l’ennesima volta la storia si ripete nel comune di Arcore, adducendo scuse faziose, incredibili e prive di ogni fondamento – ha commentato a caldo il presidente del Boa, Oscar Innaurato (per altro di origini ebraiche, giusto per allontanare anche eventuali esclusioni antisemite), presente in sala fino alla votazione – sono omolesbotransfobici e non riescono ad ammetterlo. Volente o nolente il Pride lo faremo».