Speranza è la parola che può riassumere l’atteggiamento della Brianza che produce nei confronti del nuovo Governo Draghi. Questo, per lo meno, è quanto abbiamo potuto cogliere dalle dichiarazioni che i principali esponenti delle categorie produttive ci hanno rilasciato e che abbiamo raccolto in un servizio dedicato.
A 10 anni dall’esperienza non troppo positiva di Mario Monti, si affaccia un nuovo premier dichiaratamente tecnico. Dopo l’annus horribilis appena trascorso è naturale che una figura come l’uomo del “whatever it takes” generi aspettative enormi. A voler ascoltare uno storico dell’economia come il professor Giulio Sapelli, l’esecutivo Draghi sarà diverso da quello del docente bocconiano. In primis perché l’ex numero uno della Bce è di formazione keynesiana (fu allievo di Federico Caffè).
In secondo luogo perché, spiega il professore, ha mostrato subito attenzione alle parti sociali. E poi, questa volta, non si parlerà di tagli. C’è infatti da gestire il Recovery plan. Una partita che presenta delle linee guida che guardano alla transizione green e digitale del modello produttivo, già accelerata dalla pandemia e che, da queste parti, andrà seguita con cura. Perché se c’è un territorio che, in questo scenario, non può assolutamente stare in secondo piano, beh, quello è proprio la Brianza.