Una nuova perizia psichiatrica per stabilire le condizioni di G.C., l’uomo di 62 anni che in ottobre, a Nova Milanese, ha ucciso a coltellata la cognata in seguito a una lite per futili motivi. Un tragico episodio che aveva scosso non soltanto la città, ma anche tutta la Brianza. Un omicidio maturato in famiglia e, per quanto si era appreso nell’immediatezza dei fatti, anche per futili motivi: una discussione per un parcheggio davanti alla palazzina di via Magellano in cui risiedono le due famiglie.
L’uomo è finito sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio premeditati. Al di là di tutta l’attività di indagine, anche con lo scopo di ricostruire il clima familiare per definire l’ambito in cui è maturato questo fatto di sangue, l’attenzione degli inquirenti si è concentrata anche sulle condizioni dell’uomo. La Procura della Repubblica aveva disposto una perizia psichiatrica, che non lasciava spazio a dubbi interpretativi. Il novese è stato giudicato totalmente incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio. È stato inoltre considerato pericoloso dal punto di vista sociale perché affetto da delirio persecutorio.
Nova Milanese: uccise la cognata, l’omicida nella Rems di Castiglione delle Stiviere
La perizia, naturalmente, ha avuto conseguenze fin da subito sulle misure restrittive adottate in attesa del giudizio. G.C. si trova nella Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Castiglione delle Stiviere nel mantovano. È la struttura nata in sostituzione dell’ospedale psichiatrico giudiziario, per fornire cure e riabilitazione alle persone con disturbi mentali che hanno commesso reati. Lo psichiatra ha definito l’uomo come persona lucida e in grado di affrontare qualsiasi discorso. Persona che tuttavia si trasforma e ingigantisce ogni cosa quando si finisce a parlare della famiglia. O, meglio, dei parenti della moglie che risiedono nella sua stessa palazzina. I rapporti con gli altri sono sempre stati piuttosto tesi, i contrasti nel tempo non sono mancati.
Nova Milanese: uccise la cognata, i parenti della vittima hanno chiesto e ottenuto nuova perizia
Di fronte a una situazione di questo tipo, soprattutto alla luce di un feroce omicidio, i familiari della vittima non accettano l’esito della perizia psichiatrica a scatola chiusa. Vogliono vederci chiaro. Il marito della vittima e i figli si sono costituiti parte civile nel processo per fare valere le loro ragioni. Intanto, prima di tutto, hanno chiesto alla Corte di Assise di sottoporre l’omicida a una nuova perizia psichiatrica. La loro richiesta è stata accolta: in seguito alla nuova analisi si vedrà se il primo giudizio trova conferme o se, al contrario, risulteranno divergenze. Definire se è totalmente incapace di intendere e di volere ha molta importanza ai fini processuali. Per questo motivo, in attesa di questa nuova perizia, il processo è slittato a ottobre.