Ospedale di Monza: Irccs San Gerardo tra i sette hub regionali per la chirurgia robotica

L’ospedale Irccs San Gerardo di Monza è tra i sette ospedali hub regionali per la formazione delle équipe chirurgiche robotiche.
Monza Irccs San Gerardo Monza chirurgia robotica
Monza Irccs San Gerardo Monza chirurgia robotica

Quasi un intervento al giorno in poco più di un anno e risultati che permettono all’Irccs San Gerardo di Monza di presentarsi come uno dei centri ospedalieri più attivi nel campo della chirurgia robotica.
Ne dà nota la Fondazione dell’ospedale monzese, che ha registrato 500 operazioni in particolare nell’ambito oncologico e di alta complessità, a partire da quando, nel febbraio 2024, è stata installata la piattaforma specifica.

Ospedale di Monza: Irccs San Gerardo, «crescita della Fondazione con strumentazioni sempre più moderne»

È il motivo per cui la direzione generale Welfare di Regione Lombardia ha inserito l’ospedale San Gerardo tra i sette ospedali hub regionali per la formazione delle équipe chirurgiche robotiche, sottolinea l’Irccs, che specifica come “gli interventi di chirurgia robotica al San Gerardo coinvolgono, per ora, quattro specialità di chirurgia oncologica: chirurgica generale (colo-rettale, epato-biliare, pancreatica, gastro-esofagea ed endocrinologica), ginecologica, toracica e urologica”.

«La crescita tecnologica della nostra Fondazione con strumentazioni sempre più moderne e all’avanguardia ha favorito l’arrivo di validi professionisti e l’ampliamento dell’offerta sanitaria pubblica ai cittadini – dichiara Claudio Cogliati, presidente dell’Irccs San Gerardo dei Tintori – La tecnologia, associata all’expertise dello specialista, permette di offrire una chance terapeutica importante a pazienti che fino a ieri potevano contare solo su cure farmacologiche o su interventi eseguiti in momenti differenti».

Ospedale di Monza: Irccs San Gerardo tra i sette hub regionali per la chirurgia robotica, riduce effetti collaterali e conseguenze

L’intervento con il robot riduce al minimo gli effetti collaterali della chirurgia tradizionale a parità di efficacia oncologica – prosegue l’istituto di ricerca e cura – comporta la riduzione del dolore post-operatorio così come la possibilità di infezioni, accorcia la degenza e permette una ripresa più rapida dal paziente nelle funzionalità.
La chirurgia robotica consente di eseguire interventi mini-invasivi complessi anche in pazienti critici per età o per situazione clinica generale. Questa chirurgia all’avanguardia permette una visione tridimensionale e ingrandita del campo operatorio, consentendone un controllo completo: il chirurgo ha una visione analoga a quella che si ottiene con la realtà virtuale, elimina il tremore fisiologico delle mani o movimenti involontari, permette di fare dei movimenti superiori a quelli delle capacità normali, come per esempio la rotazione a 360 gradi, consente di operare in modo ambidestro e in spazi ristretti”.

«Ridurre il trauma chirurgico operando in modo sempre più mirato e preciso è parte di una cura ideale – sottolinea Andrea Gregori, direttore della struttura complessa di Urologia e allo stesso tempo coordinatore dell’attività di Chirurgia robotica dell’ospedale – La possibilità di ridurre l’invasività della chirurgia, mantenendo una corretta radicalità oncologica, consente di proseguire l’attività chirurgica per i pazienti con malattie tumorali in maggior sicurezza. Poter asportare un tumore senza dover “aprire” l’addome o il torace riduce significativamente i rischi di complicanze e di infezioni».

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