Violenze e abusi contro le donne: l’uomo di casa è il maggior indiziato

I dati del Centro antiviolenza di Vimercate che ha aperto nel giugno 2018: da allora dieci casi al mese, almeno una donna ogni due giorni in quindici mesi. Nelle violenze e abusi contro le donne l’uomo di casa è il maggior indiziato.
Una parte del personale del Ps di Vimercate per la giornata contro la violenza sulla donna - foto d’archivio
Una parte del personale del Ps di Vimercate per la giornata contro la violenza sulla donna – foto d’archivio

Almeno una donna ogni due giorni si è rivolta negli ultimi 15 mesi al Centro antiviolenza di Vimercate e per la maggioranza di loro c’è stato necessità di intervenire. Da quando è iniziato il servizio in città, con l’apertura a giugno 2018 di una sede in largo Pontida dell’attività coordinata da “Telefono donna”, sono stati in media 10 i casi presi in carico ogni mese a Vimercate, per un totale di 146 donne che hanno subìto abusi di ogni tipo e gli autori, per quasi tutte, sono stati gli uomini a loro più vicini: i mariti in 62 casi, i conviventi in 26 casi, gli ex (per 13 casi ex mariti, per 12 ex conviventi e per 9 ex fidanzati) e poi altre figure dell’ambito domestico come i padri (6 casi) o in un caso anche il figlio.

Forme multiple – La forma più frequente di violenza è multipla, riguarda più aspetti, in maggioranza sia di tipo fisico sia psicologica assieme, che è stata subita da 63 donne, a cui si aggiungono nei casi più gravi anche pressioni di tipo economico, varie forme di stalking e molestie sessuali.

Di recente è stata organizzata alla libreria il Gabbiano la conferenza “Tre modi di dire no alla violenza contro le donne” ed è stata la prima occasione per conoscere i dati relativi all’attività Centro Antiviolenza nei suoi primi 15 mesi d’apertura a Vimercate. Li ha presentati Stefania Bartoccetti, coordinatrice dell’associazione “Telefono Donna”.

I numeri – Il dato di partenza è che da giugno 2018 a settembre 2019 sono state 226 le donne che si sono rivolte al servizio, 146 delle quali sono state prese in carico e, di queste, 113 sono del territorio Vimercatese.

Per 85 l’accesso è stato spontaneo, 24 sono state indirizzate dal Pronto soccorso, 13 sono state consigliate da amici o parenti. Sono donne di tutte le età, dalle giovani con meno di 30 anni (26 casi) alle signore over 60 (7 casi) anche se la maggioranza è nella fascia tra i 30 e i 50 anni (91). Sono soprattutto italiane (99 su 146), poi 21 originarie dell’Est Europa, 11 del Sud America o 8 dei Paesi arabi.

Sono donne che in quasi tutti i casi hanno un livello di istruzione medio alto (92 le diplomate o 15 laureate), hanno un proprio lavoro (97 occupate, 25 le disoccupate) e hanno quasi tutte figli, la maggior parte dei quali sono minori.

Un terzo delle donne seguite dal Centro ha subìto delle violenze che hanno avuto necessità di cure del Pronto soccorso; per 31 di loro la valutazione di rischio che è stata fatta è di livello alto (87 livello medio, 31 livello basso).

Poche denunce – Ma ancora più della metà delle situazioni di abuso non ha portato a sporgere denuncia, mentre sono stati 67 i casi nei 15 mesi di attività del centro arrivati alle autorità. In 8 casi la denuncia ha portato a emettere misure cautelari contro il violento, in 3 c’è stato il divieto d’avvicinamento e in 2 l’obbligo di allontamento dall’abitazione.

Il canale più usato per comunicare con il Centro antiviolenza di Vimercate è il telefono, ma è attiva anche una email o ci si può presentare di persona in largo Pontida.

Una volta aperto il contatto gli interventi e aiuti sono numerosi e frequenti. Tanto che in 15 mesi il servizio di Vimercate ha garantito 633 ascolti telefonici con donne, ha scambiato 651 mail, ha fatto 250 colloqui di accoglienza e 115 di supporto psicologico e 101 consulenze di tipo legale.