Ci sono storie che vanno salvate e raccontate fino in fondo. Come quella (infinita) dell’Hockey club Monza, la squadra che ha fatto la storia della rotellistica italiana. Il Cittadino ha deciso di farlo raccontando in cinque, lunghi capitoli un anno speciale: 1939, ottant’anni fa, anche attraverso le cronache del nostro giornale di allora. Meglio mettersi comodi: è partita per lettori attenti e pazienti. Ma ne vale la pena.
La messa a punto della Nazionale per i prossimi campionati del mondo a Montreux prosegue in Villa Reale alternando sedute tattiche in pista e tiratissime sfacchinate in palestra. Qualche settimana prima, nell’edizione di giovedì 3 marzo, il Cittadino annuncia la “nuova sistemazione del Circuito automobilistico di Monza”.
LEGGI il primo capitolo di Hockey club Monza, 1939
Questa “importante ed interessante delibera riguarda gli accordi intercorsi ed ora approvati, tra i Comuni di Milano e di Monza, la Società Autodromo di Monza ed il Reale Automobile Club d’Italia, per regolare la sistemazione e l’esercizio dell’Autodromo. Per questi lavori il Comune di Monza assumerà la spesa massima di L. 625.000, importo pari al quarto della spesa complessiva di L. 2.500.000 per nuova sistemazione, spesa che anticipata dal Comune di Milano, verrà a questi rimborsa in 10 anni, al tasso del 4 per cento (ammortamento e interessi posticipati) di L. 77.056,80 per tempo dell’esercizio 1940”.
Demolizione delle sopraelevate…
La Società Autodromo Monzese rinuncia all’affitto degl’immobili “costituenti l’autodromo nella piena disponibilità dei due Comuni di Milano e di Monza, proprietari”. La nuova sistemazione – assunta dai due Comuni – “consiste nella demolizione delle curve sopraelevate, nell’abbandono di parte dell’attuale circuito, e nella costruzione di un altro tipo stradale da ottenersi in parte con alcuni tratti nuovi, della lunghezza complessiva di cinque chilometri e in parte sistemando alcuni tronchi del vecchio percorso pere circa tre chilometri, il tutto in modo da rendere possibile parecchi percorsi distinti e con caratteristiche diverse. La nuova pista risponderà a tutti i requisiti necessari per lo svolgimento di manifestazioni sportive automobilistiche, secondo il progetto tecnico accettato di comune accordo tra le parti ed approvato dalla Federazione impianti sportivi. Allo scopo di togliere ogni responsabilità ai due Comuni in ordine alla progettazione, alla tecnica costruttiva ed alla modalità di costruzione, il R.A.C.I. sottoporrà il tutto al parere e alla diretta sorveglianza di due tecnici di sua fiducia, specialmente competenti”.
Il progetto partorito dai sopracciò del R.A.C.I. è un cervellotico obbrobrio in salsa tedesca. Il futuro autodromo è – in brutta copia – quello dell’Avus, a Berlino: due rettilinei infiniti raccordati da quattro curve con raggio variabile. Esplicito il disegno dei progettisti: esaltare la velocità fine a se stessa, cancellando colpevolmente l’impianto originale ideato da Piero Puricelli. In un secondo tempo, il rettilineo centrale verrà poi modificato con la creazione di un tratto a “U” con due doppie curve. Il nuovo autodromo cambierà anche il verso di marcia, che sarà anti-orario. In compenso, “la S.A.M. corrisponderà ai Comuni di Milano e di Monza, a sollievo degli impegni assunti dai Comuni stessi, una percentuale del 5 per cento sugli incassi lordi per le pubbliche manifestazioni automobilistiche a premi ed una percentuale del 10 per cento sugli incassi lordi per le altre pubbliche manifestazioni sportive e per quant’altro possa svolgersi nell’ambito dell’autodromo (concessione della pista a case costruttrici per studio, prove su motori o parti o loro accessori, collaudi, giri turistici, deposito veicolo ecc.). I Comuni di Milano e di Monza avranno diritto di esercitare direttamente, facendone propri i proventi, tutta la pubblicità nell’interno dell’autodromo, compresa quella per le manifestazioni sportive, e corrisponderanno alla S.A.M. il 10 per cento sugli incassi fatti”, a compenso degli oneri della vigilanza e custodia dei cartelli pubblicitari.
“Abbiamo serbato invece come buon finale la dichiarazione che la pista stradale (ad est del viale Mirabello) sarà adoperata solamente in occasione di grandi premi di speciali manifestazioni sportive fissate dal calendario del C.O.N.I., o ritenute tali dai due Comuni. E ciò allo scopo di lasciare libero transito al pubblico durante il resto dell’annata. Il solo anello della pista propriamente detta, con annesse attrezzature sportive, resterà costantemente interdetta al libero transito del pubblico”.
MA il Gran premio salta
Annullato il Gran Premio d’Italia – in programma domenica 11 settembre – per gli incredibili ritardi dei lavori di “ricostruzione” dell’autodromo, lunedì 19 giugno – nelle “esercitazioni di prova, periva tragicamente Emilio Villoresi, ch’era dei migliori esponenti della “Alfa – Corsa”. Tutta l’Italia si è commossa alla ferale notizia; e noi pure, come cittadini monzesi, partecipiamo al lutto. Cristianamente preghiamo per questa vittima di una idealità che dice progresso, a costo di sacrifici: preghiamo Dio che benedica questi luoghi di gloria ma anche di pericolo, perché nuove disgrazie non si aggiungano”.
La montante febbre della velocità non scalza il ciclismo come sport più popolare del poverissimo paese che siamo. Domenica 26 marzo il giovane “pedalista De Rosa ha ottenuto la sua seconda consecutiva vittoria. La Targa Ordanini, organizzata dalla Soc. S. Genova e valevole per la prima prova del campionato lombardo categoria allievi, ha visto alla partenza 180 corridori. Sul percorso di circa 70 chilometri e con le non lievi difficoltà della salita di Inverigo, della Galbiate e della Bevera (ove era l’arrivo), si è notata la superiorità del De Rosa sia nella parte piana che sulle salite. Ha dato subito battaglia in partenza e con scatti e fughe ha demolito i più pericolosi avversari prima di iniziare la Galbiate, ha poi preso il comando e tagliava il traguardo sulla salita della Bevera con trenta metri di vantaggio sul secondo e oltre 100 sugli altri che arrivavano tutti frazionati. Con questa vittoria il Pedale Monzese entra in possesso della Targa Ordanini ed il giovane De Rosa rimane in testa nella classifica per la maglia di campione lombardo”.
Ma non è finita: nella Coppa Vigorelli per dilettanti e indipendenti, il “pedalista Dossi ha disputato una gara magnifica. Il percorso di chilometri 125 colle salite della Madruzza, Magreglio e Onno (Val Bruna) ha fatto risaltare le doti del bianco-rosso; sulla salita della Onno si è scatenata una lotta nella quale i più forti hanno resistito. Infatti il pedalista Dossi è sempre stato coi primi, pronto a sventare gli attacchi e le uscite di sorpresa, e da un gruppo di 40 corridori solo dieci hanno disputato la volata. Il pedalista Dossi si è classificato terzo dietro all’indipendente Santambrogio, sebbene a vista di tanti il bianco-rosso sarebbe stato anche secondo. Da notare che in questa gara hanno partecipato anche tutti i dilettanti scelti”.
Arrivano i nazionali di hockey
La “Gazzetta dello Sport” di giovedì 30 marzo apre – in taglio basso – con la notizia che la Villa Reale “ospita da oggi i nazionali dell’hockey su pista per un breve allenamento collegiale in vista dei campionati mondiali di hockey su rotelle che avranno inizio a Montreux il 7 aprile (venerdì santo) e termineranno il 10 (lunedì di Pasqua)”. La squadra italiana, “che lo scorso anno ad Anversa si è classificata al secondo post, preceduta dall’Inghilterra, tenterà quest’anno di dare l’assalto al massimo titolo. Lo sportivissimo podestà, avv. Cattaneo, ha messo a disposizione un salone della Villa Reale per l’allenamento atletico e il campo comunale dell’A.H. Monza. A ricevere i giocatori erano presenti, oltre il podestà, che ha fatto gli onori di casa, il dott. Fabiani segretario della F.I.H.P., il cav. Radaelli al quale è stata affidata la direzione della squadra, l’allenatore De Filippi di Milano e il rag. Malfer, commissario di zona della F.I.H.P. In prima mattinata sono giunti i triestini Mario Cergol, Giovanni Posar, Emilio Bertuzzi e Mario Gambetta; poi i novaresi Angelo Grassi e Pio Rasponi ai quali si sono aggiunti i locali Mario Massironi, Umberto Arnaboldi e Luigi Kullmann. Non si è presentato il novarese Carlo Ciocala, il quale ha scusata l’assenza dovuta a malattia, e Viganò. Nel pomeriggio ha avuto luogo un primo galoppo di allenamento. La prima partita, con una squadra lombarda, si svolgerà domani. L’orario di allenamento è il seguente: dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Gli atleti trascorreranno così sei giorni e la mattina del 5 aprile lasceranno Monza direttamente alla volta di Montreux”.
Sul campo della Villa reale
Anche il fascistissimo “Popolo di Monza” tributa allo stage della Nazionale un servizio a tutta pagina, col titolo “La giornata azzurra a Monza”. La commissione tecnica “rappresentata da De Filippi, cav. Redaelli e Piero Kullmann, ha fatto svolgere tre brevi periodi di allenamento colle seguenti formazioni: Primo tempo – Nazionali: Massironi, Kullmann, Rasponi, Cergol e Posar. Allenatori: Grassi, Mazzuchelli, Colombo, Castoldi, Confalonieri. In questa prima fase gli azzurri segnavano 4 reti mentre la porta difesa dal duo monzese Massironi – Kullmann rimaneva intatta. Nella seconda parte i nazionali si allineavano con Grassi al posto di Massironi, Rasponi terzino che sostituiva Kullmann uscito per guasto ai pattini e con il trio d’attacco triestino Cergol, Bertuzzi e Posar. Risultato: Azzurri 3 reti; Allenatori una rete. Nell’ultima fase, durata soli 15’, Gambetti sostituiva Grassi, Kullmann riprendeva il suo posto mentre all’attacco rimanevano due triestini: Cergol e Posar e il novarese Rasponi. Massironi sostituiva Gambetti a guardia della rete degli allenatori. Risultato del terzo tempo: 4 a 0 a favore degli azzurri che riportavano in totale 11 reti a 1. I nazionali che alloggiano in un tranquillo albergo cittadino, si alzeranno domattina di buon’ora per ricrearsi mediante una passeggiata nel magnifico Parco Reale. Nel pomeriggio avrà luogo un secondo leggero allentamento”.
La “Rosea” di venerdì 31 marzo ambirebbe ad illustrare le basi tecniche della “pallarotelle”: “nella quiete riposante della Villa Reale di Monza, i candidati alla maglia azzurra dell’hockey su rotelle si allenano quotidianamente. La preparazione, sotto l’occhio vigile del C.U. De Filippi e dei vari commissari tecnici cav. Radaelli, Piero Kullmann (fratello del nazionale) coll’ausilio prezioso del dot. Garbarini e del massaggiatore Martinetti, si svolge da mane a sera tra la svelta architettura neoclassica del Palazzo Reale. Eccogli là gli azzurri, su di una panchina, fuori dalla vita febbrile di questi giorni, soltanto l’occhio vigile del dirigente li osserva. Ascoltano tutti la voce tenorile del novarese Rasponi, da un lato i giovanissimi Posar (18 anni) e Bertuzzi (19), fraternizzano con gli assi consumati delle 50 e più partite in nazionale: Grassi, Kullmann, Cergol, più in là i due portieri Massironi e Gambetti, nono fra cotanto… il monzese Arnaboldi, vera espressione del dilettantismo di questo puro sport. La voce squillante del cav. Redaelli annuncia l’inizio di una breve corsa libera attraverso i viali a mezzogiorno. In uno dei saloni del Palazzo più onusti di storia, un cuoco scelto ha preparato la colazione; l’allegra pattuglia la consuma tra le pareti irreali della gioia spensierata; segue il necessario riposo e quindi l’allenamento sui pattini e colla racchetta che si svolge a porte chiuse sul campo comunale sito al lato sud della Villa Reale stessa”.
La visita di von Tschammer und Osten
Possiamo “così oggi ammirare i virtuosismi di questi assi di uno sport difficilissimo; la azioni seguono alle azioni, i periodi ai periodi intramezzati da eleganti frasi di gioco: ecco il centro Rasponi passa al terzino Kullmann che allunga all’avanti Posar, passaggio marginale a Cergol e la rete è fatta: il giochetto non si ripete spesso poiché o Massironi, o Grassi e Gambetti con davanti il forte Arnaboldi fanno il punto e virgola o il punto fermo al repertorio stilistico-pratico dei nazionali. Oggi gli azzurri hanno sostenuto come ieri, tre tempi di allenamento, tutti hanno coadiuvato con entusiasmo l’opera del commissario unico De Filippi. Domani forse allenamento a porte aperte e lunedì con tutta probabilità gli azzurri saranno onorati della visita del Capo dello Sport tedesco von Tschammer und Osten presentato loro dal generale Vaccaro e dal segretario dott. Fabiani”.
Giovedì 2 aprile “continua regolarmente l’allenamento collegiale della squadra nazionale sulle mosse di partenza per Montreux dove parteciperà ai campionati mondiali. I giocatori sabato mattina, si sono alzati piuttosto tardi per poter riposare bene dopo l’abbastanza lungo allenamento della prima giornata. Il resto delle ore antimeridiane è stato occupato in divertenti giochi di società in uno dei tanti saloni del Palazzo Reale, nell’attesa del sole che… non si è fatto troppo aspettare. Gli atleti sono quindi scesi nei viali della Villa Reale dove hanno continuano i giochi interrotti, intercalati da brevi periodi di cultura fisica. Eccoli poi a colazione, capotavola l’anziano Grassi, il portiere pirotecnico, ai suoi lati il cav. Redaelli che con tanto entusiasmo dirige la preparazione azzurra, poi giù giù, Cergol, Kullmann, Posar, Arnaboldi, Rasponi, Bertuzzi, Massironi e Gambetti; naturalmente l’allegria regna sopra tutto e tutti. L’allenamento è continuato anche oggi a porte chiuse in mattinata e nel pomeriggio. Sono sempre assenti Ciocala, per malattia, e Viganò, per servizio militare. La preparazione ha ormai passato la sua zona mediale e sta per essere ultimata. Martedì riposo assoluto e mercoledì mattina partenza alla volta della Svizzera. Ci risulta che la prima avversaria degli azzurri sarà la fortissima e tenace squadra del Portogallo, che annovera tra le sue file il famoso portiere Adriae. Il c.u. portoghese Fragori annuncia la seguente formazione: Adriae, Adae, O. Serpa, S. Serpa, Prazeros, Fernandez, Diego e Carrao. La probabile formazione della squadra nazionale italiana è la seguente: Grassi (Massironi), Kullmann, Rasponi, Cergol e Posar”.
Direzione Montreux
Nel pomeriggio di mercoledì 5 aprile “da Monza, dove si trovava per gli allenamenti della vigilia, è partita, col suo bagaglio di buone speranze la rappresentativa azzurra di hockey, diretta a Montreux, per prendere parte ai campionati mondiali su pista con pattini a rotelle”. Dopo una mattinata “passata tra l’allegria generale, gli azzurri sono partiti nel primo pomeriggio alla volta i Montreux. Componevano la comitiva gli atleti: Grassi, Kullmann, Rasponi, Cergol, Posar, Massironi e Bertuzzi; il segretario e il vice segretario della F.I.H.P., il commissario tecnico De Filippi, l’arbitro internazionale Muti e il massaggiatore Martinetti. Una discreta folla di appassionati radunatasi alla stazione centrale, ha portato il più caldo saluto augurale agli azzurri, che in terra straniera difenderanno il prestigio dello sport italiano. Ieri, martedì, gli azzurri hanno osservato un quasi assoluto riposo. Soltanto un po’ di cultura fisica con il lancio reciproco tra gli atleti del famoso medecin-ball o meglio l’italianissimo pallone medicinale, vero “ristoratore” del sistema muscolare”.
Martino Voghi, infervorato aedo della nuova disciplina, non sta più nella pelle e pronostica sfracelli nemmeno mascherati: “La partecipazione italiana a questa manifestazione (che dal 1936 ha assunto il titolo di mondiale per l’adesione alla federazione internazionale dell’Argentina e dal Canadà, mentre precedentemente era soltanto europea) coincide con la data della creazione della federazione stessa: vale a dire al 1926. Gli azzurri dopo i risultati modesti delle prime edizioni (sesti nel 1926, quinti nel 1927, ancora sesti nel 1928) si classificarono nel 1929 secondi dietro l’imbattibile Inghilterra, vincitrice di tutti i campionati sinora svoltisi. Al quarto posto ci piazzammo nel 1931, al terzo nel 1934, ancora secondi a Stoccarda nel 1936; quarti l’anno seguente ed infine ancora una volta al secondo posto nello scorso maggio a Anversa. Stato di servizio meraviglioso. Se a ciò aggiungiamo la brillante rivincita sull’Inghilterra ottenuta nello scorso novembre nel Torneo della Pace di Stoccarda dobbiamo dedurne che la squadra italiana si presenta all’imminente raduno svizzero con probabilità di primo ordine”.
La squadra campione sarà laureata “dopo un complesso di 21 incontri ripartiti in otto riunioni, che occuperanno pomeriggio e serata del 7, 8, 9 e 10 aprile e che si svolgeranno sull’ottima pista coperta del Padiglione degli Sport. Sette delle nove nazionali affiliate alla Federazione Internazionale di Rink Hockey (e da qui l’adozione da parte della federazione italiana del vocabolo “hockey su pista”) saranno presenti a Montreux, la bella cittadina situata sulla pittoresca sponda del Lemano. Questo centro culla del rotellismo svizzero è già noto in campo internazionale per l’organizzazione annuale del torneo internazionale di Pasqua. Saranno assenti l’Argentina e Canadà, le due nazioni extra-europee della F.I.R.H., mentre saranno protagoniste del secondo campionato Inghilterra, Italia, Germania, Svizzera, Francia, Belgio e Portogallo. I praticanti di questo sport sono dei dilettanti al cento per cento, modesti quanto valorosi. Essi difficilmente hanno l’onore della ribalta e pertanto meritano di essere segnali alla vigilia della massima manifestazione della stagione. Due sono i portieri: Angelo Grassi e Mario Massironi. Il primo è anche il capitano della squadra; è nato a Novara nel 1909 e veste la maglia azzurra dal 1927. Massironi si è messo in vista nell’ultimo torneo di Stoccarda: 4 incontri giocati, solo tre reti subite. Terzino è Luigi Kullmann, giocatore scientifico che sa all’occorrenza intercettare e distribuire con precisione. Ventitré anni, azzurro dal 1936. I quattro attaccanti sono: Pio Rasponi, Mario Cergol, Giovani Poser ed Emilio Bertuzzi. Il primo è nato a Genova nel 1912 e dopo aver militato nel Milano fino al 1937 è passato, dalla scorsa stagione, al Novara. Se l’intesa a meraviglia con Kullmann e cogli attaccanti sfoggiando un gioco veramente notevole. Cergol è il cannoniere degli ultimi campionati mondiali. É nato a Trieste nel 1911. Poser e Bertuzzi sono i due giovanissimi della squadra: il primo ha solo 18 anni, il secondo 19 e sono due prodotti del vivaio triestino. In margine al raduno agonistico si svolgerà anche il congresso della F.I.R.H.: delegati italiani saranno il vice-presidente della F.I.H.P. gr. uff. Bruno De Mori e il segretario dott. Marcello Fabiani, quest’ultimo anche in qualità di presidente del Comitato Internazionale Gare”.
All’Hôtel du Léman con gli azzurri
Gli azzurri arrivano a Montreux via Domodossola. Il lago rilassa i nervi e ricarica le batterie. Il commissario tecnico De Filippi si sfrega le mani e commenta sotto voce: in queste condizioni, possiamo battere anche gl’imbattibili inglesi. Le squadre vengono ospitate nei più esclusivi alberghi della città. I “quartiers généraux des équipes” sono rispettivamente all’Hôtel du Léman per l’Italia e la Svizzera; all’Hôtel de la Nouvelle Poste per la Germania; all’Hôtel Europe per l’Inghilterra e per il Portogallo; all’Hôtel de Montreux per il Belgio; all’Hôtel Moderne per il Portogallo. Il presidente del Comitato organizzatore, Otto Mayer, è cerimonioso quasi all’eccesso: “Signori, il comitato di organizzazione di questa manifestazione vi augura una cordialissima benvenuta in Montreux e spera che il vostro soggiorno nella nostra città vi sia gradevolissimo, affinché riportiate dei vostri amici svizzeri il migliore ricordo. Noi ci rallegriamo di ricevere nella nostra città i nostri amici e camerati stranieri. Noi ci permettiamo di darvi in seguito parecchie raccomandazioni e vi saremmo grati se voleste seguirle, in modo di facilitarci il nostro lavoro”.
Raccomandazioni
Le gare: queste sono fissate alle ore previste sul programma giunto alla presente. Preghiamo i giocatori di essere sul campo alle ore esatte, tanto che per il loro interesse che per colui del pubblico e degli organizzatori. Cerimonie ufficiali: la presenza di ognuno è desiderata alle diverse manifestazioni previste, nelle quali vi preghiamo di essere puntuali. Chiediamo specialmente l’attenzione dei giocatori che avranno disputato le ultime gare di Lunedì sera. Subito dopo questi incontri un auto-carro sarà alla loro disposizione davanti al “Pavillon des Sports” per trasportarli agli alberghi rispettivi, perché possano deporre le loro valige e recarsi poi al Casino, dove avrà luogo la cerimonia di chiusura del campionato colla distribuzione dei prezzi. Nota: i giocatori sono pregati nel far questo di affrettarsi, in modo che la cerimonia non sia ritardata. Le manifestazioni ufficiali sono le seguenti: Venerdì alle 11 a.m.: cerimonia di apertura al Casino-Kursaal offerta dalle Autorità di Montreux. Venerdì sera: (dopo le gare) libero. Sabata mattina et sera (dopo le gare) libero. Domenica di Pasqua: alle ore 9.30 a.m. passeggiata nei dintorni di Montreux in autocarri. Ritrovo davanti all’albergo “Léman” alle ore 11 a.m.. Fermata al castello di “Chillon”; aperitivo offerto dalle autorità di Montreux. Domenica sera (dopo le gare) libero. Lunedì alle 9.30 a.m. (pei SS. delegati) Congresso internazionale al Casino. Lunedì sera alle 23: cerimonia di chiusura e distribuzione dei prezzi al Casino-Kursaal.
Ai giocatori: tutti i giocatori – siccome l’abbiamo già inoltrato alle federazioni – sono pregati di aver rotelle di legno o di bossolo e di non usar rotelle di ferro e alluminio. Questa restrizione ci è imposta dalla direzione della sala, però essa è anche nel vantaggio dei giocatori, il metallo offrendo loro piuttosto uno svantaggio.
Richiami: saremo grati ai nostri ospiti stranieri di voler avvisarci di qualunque irregolarità potendo avvenire nel loro albergo, tanto nell’alloggio come nel cibo. Abbiamo insistito presso gli albergatori, affinché i nostri amici siano trattati colla massima cordialità e non dubitiamo che ne sia tale. Ogni richiamo della loro parte sarà subito considerato.
Vitto e alloggio: questi saranno pagati ai giocatori ed a un arbitro dalla sera di giovedì alla mattina di martedì, mance e tasse comprese; il fuor dell’ordinario (bevande, bagni, ecc..) è invece alla loro cura.
Accidenti ai giocatori: conformemente all’articolo 18 b dei regolamenti internazionali, il comitato di organizzazione declina ogni responsabilità per gli accidenti potendo accadere ai giocatori durante le gare. Gli organizzatori mettono però alla disposizione della squadra una farmacia che si troverà sul campo per servire alle prime cure. Inoltre, in ogni incontro, un medico ed un aiutante saranno al servizio dei feriti. Le prime cure date sul campo durante una competizione sono assolutamente gratuite pei giocatori.
Commissario delle squadre: il nostro membro, signor A. Gamberoni, specialmente delegato alle squadre straniere, sta alla vostra disposizione per tutte le informazioni o facilità che voi desideraste ottenere”.
Il Fair play elvetico
Gli organizzatori della kermesse mondiale curano in modo maniacale non solo la sostanza, ma la forma: “Veuillez usuer da sportivité a l’égard de non hôtes étrangers: applaudissez leurs exploits et soyez indulgents envers les fautes – souvent involontaires – qui pourraient être commises. Vous avez devant vout de purs amateurs et des camarades de nos joueurs suisses. Libera traduzione: sostenete tutti i giocatori, applaudite alle loro prodezze e perdonate le scorrettezze di gioco. Tetragoni dell’importanza dell’appuntamento, una nutrita rappresentanza di fuoriusciti antifascisti fischia sonoramente la squadra: non aiuta la maglia d’ordinanza, rigorosamente nera. “I nazionali d’Italia hanno appreso al loro arrivo a Montreux da parte della feccia comunista del luogo la nuova impresa d’oltremare, che dalla conquista albanese ha preso occasione per molestare in modo antisportivo i nostri atleti”, commenterà con impareggiabile faccia tosta il Cittadino di giovedì 20 aprile.
In effetti, la partenza della rassegna iridata è stentata assai. “Ginevra, 7 notte – Si sono iniziati oggi a Montreux i campionati del mondo di hockey su rotelle. La squadra italiana, che veniva opposta al Portogallo, perdeva per 2 a 1. Il punto unico segnato dagli italiani è stato segnato per merito di Cergol. Domani la squadra italiana disputerà due altri importanti incontri: una contro la Germania e il secondo contro il Belgio”. Sabato 8, “gli azzurri che partecipano a Montreux ai campionati di hockey hanno riportato stasera una splendida vittoria nei confronti della squadra tedesca da essi battuta per sei a zero (due a zero). Hanno segnato tre punti Cergol, uno Rasponi, uno Ciocala e uno Kullmann. Nella stessa giornata gli azzurri incontravano il Belgio perdendo per due a uno. L’incontro disputato ieri dai nostri con il Portogallo è stato annullato e sarà ripetuto nella giornata di lunedì dato che l’annullamento del punto che era stato segnato nel secondo tempo da parte degli italiani era dovuto ad un manifesto errore dell’arbitro”.
Perdurando nella cantonata, il Cittadino riporta – testuale – l’immaginario risultato (2 a 2) con l’allucinante spiegazione che l’incontro è stato “sospeso per invasione del campo da parte del pubblico”. In realtà, Italia e Portogallo si rincontrato nella mattinata di lunedì 10. “All’inizio il Portogallo aveva segnato un goal su tiro di rigore” – riassume il match la Gazzetta dello Sport – ma subito dopo, “al 5’, arrivava il pareggio realizzato per merito di Cergol. Il primo tempo si chiudeva col punteggio di 1-1. Nel secondo tempo, fino dal 3’, i nostri si portavano in vantaggio per merito di Cergol, poi al 6’ Posar segnava un terzo punto. Al 12’ e al 13’ due altri punti venivano segnato da Cergol e Posar. La partita è stata giocata a ritmo velocissimo. I portoghesi anche stavolta si sono rivelati dei giocatori alquanto massicci. I nostri, per quanto stanchi, hanno fornito una magnifica prova”.
E tocca all’Inghilterra
Lunedì sera, in coda alla partita Germania-Svizzera (3-1 il risultato finale), è in programma Inghilterra-Italia per dirimere le questioni per la vittoria finale. “La squadra italiana di hockey su rotelle ha terminato la sua laboriosa fatica, incontrando questa sera (10 aprile) nell’ultima partita del campionato del mondo, la fortissima compagine inglese. Anche questa volta i detentori del titolo mondiale riuscivano ad imporsi agli azzurri che nella partita decisiva hanno risentito dello sforzo fornito nelle precedenti prove. Gli inglesi terminava il primo tempo in vantaggio: 1-0; nel secondo segnavano ancora due punti. Poi i nostri reagivano energicamente e Cergol realizzava con un tiro magnifico”.
Il Cittadino esalta a prescindere la prestazione degli azzurri (in camicia nera…): “Già tutti i maggiori quotidiani italiani e stranieri hanno dato ampio resoconto del II. Campionato del Mondo, conclusosi a Montreux con la vittoria finale dell’Inghilterra, due volte campione del mondo e dodici volte campione d’Europa. Tuttavia noi non tralasceremo di seguire per quanto ci è possibile l’affermazione dei nostri moschettieri azzurri, soprattutto perché tra di essi figuravano due nostri atleti monzesi: Kullmann titolare nel ruolo di terzino e Massironi portiere di riserva”.
Sarebbe “un’offesa per gli azzurri vantare una eterna superiorità d’oltre Manica. Non mai come quest’anno gli inglesi sono stati meglio preparati, mentre i nostri rappresentanti giocavano con un Posar nettamente inferiore all’attesa; se si aggiunge che il primo punto per gli inglesi fu ottenuto mentre il nostro Kullmann era assente dal campo per rottura di pattino, e che il secondo fu frutto dell’immancabile rigore, si potrebbe concludere con un osanna all’indirizzo della squadra italiana, degna oggi e certo più che mai domani, dell’alloro mondiale. Passiamo in rassegna il quintetto: Lino Grassi si è elevato ancora una volta per la sua classe eccelsa, benché più di 30 primavere pesino sulle sue spalle. Davanti a lui il nostro Luigino Kullmann ormai affermatosi nell’arduo ruolo di terzino, lento all’inizio del torneo per una noiosa leggera congiuntivite, si è ripreso tanto da terminare come una delle colonne più solide della nazionale. Ha segnato 5 rigori su 6 e tutti sanno quanto difficoltà incombe su questa specialità. Centro direttore il novarese Rasponi, che però non è stato continuo nel rendimento, forse per la eccitazione che si creava in lui a causa dei fischi… e che razza di fischi… dello… sportivo pubblico svizzero. Grande il fromboliere Cergol, fionda sempre tesa nell’arco, peccato che non abbia trovato un degno compagno di linea in Posar che, come già dicemmo, è stato l’ombra del giocatore che ammirammo a Stoccarda. Sono del resto questi gli sconti della immaturità, della giovinezza. Riserve validissime Bertuzzi II e il nostro Massironi. Ed ora tutto da rifare per il 1940: gli azzurri ritenteranno a Lisbona, con sempre maggiori possibilità, lo scardinamento del colosso insulare”.
Il congresso della federazione
In margine al campionato del mondo, si è svolto anche “il Congresso della Federazione internazionale al quale hanno partecipato il presidente della Federazione italiana dott. ing. Fabio Fochi e il segretario dott. Marcello Fabiani. Dopo aver definito diverse questioni di ordine amministrativo, si è proceduto alla rielezione del presidente dell’ufficio centrale ed anche dei diversi uffici tecnici. Il comitato delle corse che era affidato, come è noto, all’Italia è stato riconfermato all’unanimità di tutti gli attuali componenti, mentre per il comitato dell’hockey e pattinaggio artistico si è proceduto a qualche mutamento. Il Congresso ha poi rivolto un caldo appello a tutta la stampa internazionale per manifestare la sua deplorazione nei confronti del cosiddetto rolls-chac, e cioè lotta libera su pattini a rotelle, forma sportiva degenerata che la Federazione internazionale intende assolutamente combattere. Il Congresso affidava quindi, su espressa domanda della Federazione portoghese, l’organizzazione dei campionati mondiali su pista del 1940. Per quanto riguarda i campionati mondiali di corsa su pista e su strada del 1939 il Congresso ha offerto l’organizzazione all’Italia. La nostra Federazione si è riservata di dare una risposta a questa proposta; tuttavia si sa fin d’ora che la competizione dovrebbe svolgersi tra giugno e luglio. Per quanto riguarda il campionato di pattinaggio artistico, la Germania ha accettato l’organizzazione: la competizione si svolgerà a fine settembre o ai primi di ottobre a Dortmund. Un’ultima decisione del Congresso riguarda la creazione di un comitato arbitrale internazionale, per la cui presidenza il Congresso stesso ha domandato alla nostra Federazione di destinare uno dei migliori arbitri italiani”.
Nella prossima seduta, il “Comitato Olimpionico Internazionale esaminerà le molte proposte giuntegli da tutte le parti del mondo per una eventuale inclusione nei giochi quadriennali del modernissimo sport delle rotelle”. La seconda guerra mondiale spazza via in un sol colpo sogni e chimere: tanto che l’hockey a rotelle viene ammesso – come sport dimostrativo – solo nelle Olimpiadi di Barcellona del 1992.
(2 – continua)