Nuova inchiesta sul calcioscommesse: la polizia ha eseguito decine di fermi in tutta Italia nei confronti di calciatori, dirigenti e presidenti di club. L’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. La nuova indagine, chiamata Dirty soccer, avrebbe accertato l’esistenza di due diverse associazioni criminali in grado di alterare i risultati degli incontri di Lega Pro e di Serie D. Decine le partite che sarebbero oggetto di combine.
L’inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che ha emesso una cinquantina di fermi, in oltre 20 province in Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto e Lombardia. Complessivamente sono oltre 70 gli indagati nell’indagine.
Tra i nomi dei coinvolti ci sarebbero anche tre dirigenti del Monza: Mauro Ulizio, nato a Cagliari il 20.1.1967 ex direttore generale del Monza calcio ed ex socio, occulto, e direttore generale “di fatto” del Pro Patria, Gianni Califano, nato a Pagani (Sa) il 18.11.1971 (direttore sportivo del Monza) e Dennis Bingham, amministratore unico e legale rappresentante dell’Ac Monza Brianza 1912 per un breve periodo. Sarebbe indagato anche Bruno Califano, padre del ds biancorosso.
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Una trentina le partite sotto osservazione, tra cui Monza-Torres del 17 dicembre 2014, per cui il Monza aveva denunciato un tentativo di combine, e Bassano-Monza del 21 dicembre 2014.
Sarebbero più di 30 le squadre coinvolte nella nuova indagine sul calcioscommesse. Tra queste vi sarebbero Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor Lametia, Sant’Arcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo. Perquisizioni sono state effettuate nelle sedi delle diverse squadre coinvolte a vario titolo nell’indagine. Le perquisizioni riguardano anche i domicili di dirigenti, allenatori e calciatori.
Secondo quanto emerso, dietro alcune delle partite truccate ci sarebbe la ’ndrangheta. Ad alcuni indagati vengono contestate le aggravanti mafiose e transnazionali. L’inchiesta ha preso il via grazie alle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto elemento di vertice dell’omonima cosca che opera a Lamezia Terme, arrestato giovedì in una operazione della polizia contro la ’ndrina. Quella degli Iannazzo, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, è una cosca “d’elite della mafia imprenditrice” dedita agli affari, ma anche capace di scatenare una guerra con altre consorterie per mantenere il predominio sul territorio. Nel corso dell’operazione condotta la settimana scorsa da squadra mobile di Catanzaro, Sco, Dia e Guardia di finanza, sono state una quarantina le persone arrestate, tra le quali alcuni imprenditori. E’ stato captando alcune conversazioni di Pietro Iannazzo durante quelle indagini che gli investigatori hanno saputo delle combine su varie partite dei campionati di Lega Pro e Cnd per alterare i risultati al fine di ottenere vincite cospicue con le scommesse.