È morto Diego Armando Maradona. La notizia è stata diffusa dal quotidiano argentino Clarin nel tardo pomeriggio di mercoledì 25 novembre: al calciatore sarebbe stato fatale un arresto cardiocircolatorio, poche settimane fa aveva subito un intervento al cervello.
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Maradona aveva appena compiuto 60 anni, il 30 ottobre, e proprio in quell’occasione era tornata a circolare una sua fotografia a Monzello: un allenamento di rifinitura prima di Milan-Napoli di serie A del campionato 1990-91. Erano gli auguri dell’Ac Monza, che oggi invece lo saluta.
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Pubblicato da AC Monza su Mercoledì 25 novembre 2020
Non era la prima volta, c’era già passato a fine anni ’80 prima di un Cremonese-Napoli, e non è l’unico aggancio monzese. Bisogna risalire al 1984, all’arrivo di Maradona a Napoli. scendendo dall’aereo sventolò una sciarpa bianco-azzurra. Non era della sua nuova squadra, era del Triante San Martino di Monza.
“Il Triante San Martino si ritagliò anche un piccolo (e inatteso) spazio sui telegiornali che, nel luglio 1984, annunciarono l’arrivo di Diego Maradona in Italia, dopo il suo passaggio dal Barcellona al Napoli – si legge sul Cittadino del 2010 a firma Sergio Gianni – Il campione argentino, sbarcato all’aeroporto di Fiumicino proveniente dalla Spagna, si affacciò dallo sportello dell’aereo sventolando una sciarpa biancoleste triantina. Un mistero dalle insospettabili origini: la società monzese aveva partecipato a un torneo giovanile a Barcellona ed aveva stretto un gemellaggio con il club catalano”.
«La sciarpa usata da Maradona – aveva ricordato in quell’occasione l’ex dirigente triantino Giorgio Pennatini – faceva parte del materiale che il Triante aveva appunto lasciato a Barcellona in segno di amicizia».
Qualcuno, prima che Maradona si imbarcasse sul volo per l’Italia, gli consigliò di presentarsi in Italia con qualcosa che avesse i colori del Napoli e gli diede appunto la sciarpa del Triante. Quella stessa che il fuoriclasse argentino agitò dalla passerella dell’aereo.
Mercoledì la notizia della morte ha fatto immediatamente il giro del mondo: Maradona è considerato uno dei giocatori più forti di sempre, se non il più grande. Una vita anche piena di contraddizioni e eccessi (anche di droga). Di certo il più amato in Argentina e a Napoli, che con lui in sette stagioni dall’84 al 91 vinse i suoi due scudetti.
El Pibe de Oro era soprannominato, ma anche la “Mano de Dios” per il gol segnato all’Inghilterra nei quarti di finale dei campionati del Mondo del 1986 (doppietta per lui in quella partita). Uno degli episodi che ne hanno scritto il mito e l’hanno fatto diventare un eroe popolare, immortalato nei murales di Napoli come nei presepi di San Gregorio Armeno, cantato nelle canzoni. Il numero 10 più famoso.
Il governo argentino ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.
(* notizia aggiornata)