Situazione ancora in bilico per i lavoratori della Fimer di Vimercate e ora, dopo il respingimento dell’attestazione del piano di salvataggio da parte del tribunale di Milano e l’udienza di giovedì 5 ottobre, la decisione definitiva arriverà ancora una volta dai giudici la prossima settimana. È l’ennesimo colpo di scena di una vicenda che sembrava volgere al termine, invece proprio dal Palazzo di Giustizia nei giorni scorsi è arrivata la doccia fredda per l’azienda produttrice di inverter in profonda crisi tanto a Vimercate in via Kennedy, quanto a Terranuova Bracciolini in provincia di Arezzo, dopo che aveva trovato un’intesa con la cordata britannica composta da McLaren Applied e Greybull per cedere l’attività.
Caso Fimer: la motivazione del respingimento
La motivazione del respingimento è ben spiegata nella sentenza emessa dai giudici milanesi in cui si legge che “la relazione del dottor Aceto appare grossolana, inadeguata, contraddittoria, non contiene alcuna osservazione che possa giovare ai creditori. Essa è caratterizzata da petizioni di principio, meramente assertive rispetto a quanto prospettato dalla stessa Fimer o dai consulenti di questa, esposte senza dare in alcun modo evidenza dell’esistenza di quel percorso logico e motivazionale che avrebbe dovuto condurre il professionista ad attestare la fattibilità del piano”.
Caso Fimer: a settembre la svolta che era sembrata decisiva
Una vera e propria mazzata che arriva a poche settimane da quando era uscito un comunicato a firma delle tre società coinvolte nel piano di salvataggio che informava del versamento di 5 milioni di euro da parte di McLaren Applied e Greybull nelle casse di Fimer come prima tranche per perfezionare in un secondo momento la completa acquisizione per un totale di 50 milioni.
Ora come detto la questione è nelle mani ancora una volta del tribunale, che giovedì ha ascoltato in udienza il nuovo legale della Fimer che ha discusso ancora una volta il piano di salvataggio e ha portato con sé un nuovo attestatore che serve per certificare la sostenibilità del progetto per mantenere aperta l’azienda brianzola che tra i due stabilimenti conta diverse centinaia di operai che al momento sono in difficoltà.
Caso Fimer: tre scenari all’orizzonte
Dal Palazzo di Giustizia la prossima settimana potrebbe uscire la decisione definitiva, che può essere declinata in tre scenari diversi. Nel primo caso i giudici potrebbero accogliere la proposta concordataria, che andrebbe comunque riformulata dalle parti in maniera corretta. Una seconda opzione sarebbe quella di bloccare bruscamente l’iter e quindi riportare le maestranze ancora in uno stato di crisi. La terza possibilità sarebbe quella di procedere verso l’amministrazione straordinaria di Fimer. I timori tornano quindi sullo sfondo e i sindacati stanno alla finestra per capire quale sarà l’epilogo di questa crisi che va avanti da oltre un anno e mezzo.
Caso Fimer: il versamento di 5 milioni
Sembra veramente trascorsa una vita da quando nella prima decade di settembre a seguito del versamento di 5 milioni di euro del fondo inglese alla società brianzola le parti parlavano de “l’inizio di un nuovo capitolo tanto atteso per Fimer. Fimer ha ora accesso a risorse finanziari importanti, a un nuovo Consiglio di Amministrazione e, prossimamente, a un nuovo azionista industriale. Ringraziamo tutte le parti coinvolte per il loro sostegno nella conclusione di questo cambio di proprietà e rivolgiamo un ringraziamento particolare ai dipendenti di Fimer, che sono stati tenaci nel corso delle turbolenze degli ultimi due anni. Grazie al nostro sostegno, Fimer può ora iniziare il lungo viaggio che la porterà a riconquistare la fiducia dei suoi numerosi stakeholder, mantenendo le sue promesse e il suo potenziale. I nostri piani sono chiari: vogliamo riaffermare Fimer come leader mondiale nel suo settore. Faremo tutto il possibile per raggiungere questo obiettivo”.