This Is The End, la mostra a Monza e i suoi artisti: Camilla Marinoni

Il 18 maggio alla Reggia vernice per la collettiva che si interroga sui tanti, troppi baratri su cui si affaccia il mondo: i protagonisti.
Camilla Marinoni, L'immortalità consola la morte, installazione, lenzuola 244x102 cm cad., sculture 77x50xh26 cm (2022)
Camilla Marinoni, L’immortalità consola la morte, installazione, lenzuola 244×102 cm cad., sculture 77x50xh26 cm (2022)

Countdown per la mostra This Is The End che un gruppo di artisti ha promosso dal basso trovando, di passo in passo, una rete sempre più larga di collaborazioni, compresa quella del Cittadino che è media partner del progetto. L’appuntamento è alla Reggia di Monza, nella sala convegni (a fianco del teatrino) dal 19 maggio e fino al 9 giugno, con inaugurazione sabato 18 alle 16.30.

La collettiva raccoglie le opere di Elisa Cella, Nicola Evangelisti, Nadia Galbiati, Roberto Ghezzi, Elena Ketra, Camilla Marinoni, Andrea Meregalli, Gabriele Micalizzi, Silvia Serenari, Matteo Suffritti, che hanno costituito allo scopo l’associazione culturale And come nuova realtà promotrice di iniziative artistiche e propone nel titolo, la canzone dei Doors presente anche nella colonna sonora di Apocalypse Now di Coppola: quel film ha nel dna Cuore di tenebra di Joseph Conrad: due opere, ricordano gli artisti, che “fanno riflettere sullorrore, sulla follia e sulla psicologia umana. La mostra vuole essere infatti un grido proposto dagli artisti, da sempre sensibili alle vibrazioni che il mondo produce e custodi della loro rielaborazione”. L’arte – scrivono – fa da tramite per mettere in comunicazione le varie scienze coinvolte, interroga il presente e chiama professionisti e pubblico a una riflessione collettiva per affrontare le sfide per il futuro. Ecco i profili degli artisti.

This Is The End, la mostra a Monza e i suoi artisti: chi è Camilla Marinoni

Artista: Camilla Marinoni
Tema: femminicidio (e bellezza)

Camilla Marinoni
Camilla Marinoni

Camilla Marinoni (1979) è un’artista visiva. Vive e lavora in Italia. Nel 2003 si diploma in scultura presso l’accademia di Belle arti di Brera di Milano e nel 2007 consegue, presso la stessa accademia, il diploma specialistico in arte sacra contemporanea.

Nel 2007 partecipa al corso d’eccellenza di scultura, gioiello e design presso il Centro Tam di Pietrarubbia (Pu) nelle Marche, presieduto da Arnaldo Pomodoro e con la direzione artistica di Nunzio di Stefano. Qui, attraverso il confronto con Nunzio inizia a focalizzarsi sul corpo come mezzo espressivo con cui far dialogare sculture e installazioni. Nel 2018 approfondisce la tematica sulla performance e la body art partecipando al workshop “Teoría y practica del Performance Art” presso FactoriaLab di Madrid con l’artista Abel Azcona e nel 2019 al workshop “Free unicorn” presso la GAMeC di Bergamo con l’artista/ attrice Chiara Bersani.

Al centro del lavoro di Camilla Marinoni c’è un racconto intimo e personale riferito agli aspetti sociali e spirituali del vivere quotidiano e di cui si fa inevitabilmente esperienza. Il corpo, ferito, curato e sviscerato, immerso fra la finitudine e l’atteso, è il punto di partenza e l’argomento che emerge nella sua ricerca e che cerca di essere da stimolo per una riflessione sul senso della nostra esistenza.

Fra le ultime mostre si segnala: Archeologie del contemporaneo. Svelamenti, al Museo Archeologico Priamar, Savona, a cura di Livia Savorelli; BAW, Bolzano Art Weeks – Memento/Moment(o)/Monu- ment(o), Maria Heim, Bolzano, a cura di Nina Stricker; Luce, Pa- lazzo Costantino e di Napoli, Palermo, a cura di Valerio Dehò, Palermo; Anàstasi – Turbamenti, immersioni, attese, rinascite, Gal- leria Giovanni Bonelli, Pietrasanta (LU); Alla muta cenere io canto, Fondazione Vittorio Leonesio, Puegnago del Garda (BS), a cura di Mariacristina Maccarinelli.

È finalista al Premio Paolo VI (2023) e all’Exibart Prize (2020 e 2021); è artista segnalata al Combat Prize (2022) e ha ricevuto tre premi all’Arteam Cup (2019 e 2020/2021). Opere permanenti sono presenti presso la collezione Mercedes Benz (Milano), nel Museo Bernareggi (Bergamo), nel Museo Montali (Alba); nel Museo Gianetti (Saronno) e presso alcune chiese della provincia di Bergamo e di Cuneo.

Professionista coinvoltaBona Gavazzi, Fondatrice e past resident di Centro aiuto donne maltrattate (Cadom) Monza