Federica Fracassi appare pallida come pallida doveva essere la vita di una donna costretta a prendere i voti perché così doveva essere. E doveva essere così perché l’eredità materna finisse sotto il controllo del padre, Martino de Leyva, che spedì la figlia Marianna in convento a Monza dopo la morte della madre.
Aveva tredici anni, la Signora di Monza, suor Gertrude, Marianna, Virginia Maria: un nome per ogni aspetto della sua vita. Nell’autunno monzese che ha voluto dedicare a uno dei nomi più importanti della sua storia una rassegna composta da due mostre, incontri, iniziative, approfondimenti, arriva anche il teatro.
Ma è una messa in scena speciale: quando mercoledì 21 dicembre Federica Fracassi la pallida salirà sul palco per interpretare il testo di Giovanni Testori, lo farà rendendosi protagonista della prima, vera produzione del teatro Manzoni, che nell’anno della sua trasformazione aggiunge un capitolo importante alla sua storia. Quello della produzione del teatro, sotto la guida di Paola Pedrazzini come direttrice artistica, della scuola Civica Borsa come gestore del palco, dell’amministrazione comunale di Monza come ideatrice di una rivoluzione per il più antico palco cittadino.
Il progetto è “La monaca di Monza”, il testo complesso e doloroso che Testori ha pubblicato nel 1967 e che a Monza arriva in collaborazione con il teatro Dioniso con Federica Fracassi in scena, reading di Valter Maltosti che ne cura la regia, musica eseguita dal vivo al violoncello da Lamberto Curtoni, i suoni di Alessio Foglia.
«A dirigere la stimolante operazione artistica sarà il regista Valter Malosti, pluripremiato dalla critica italiana e straniera, da anni impegnato in un lavoro di ricerca che guarda alla trasversalità delle arti, che ha mostrato più volte una particolare sensibilità per il mondo di Testori, di cui ha esplorato il teatro con L’Arialda e La Maria Brasca, e trasformato in teatro pagine di critica d’arte, opere di poesia e l’opera letteraria» scrive il teatro di via Manzoni a Monza.
«In scena la monaca di Monza avrà il corpo e la voce di Federica Fracassi, già Premio Ristori, Premio Olimpici del Teatro, Premio della Critica, Menzione d’onore e Premio Eleonora Duse, Premio Ubu come migliore attrice, interprete sensibile alle nuove drammaturgie, votata alle scritture più visionarie, feroci, poetiche degli ultimi anni e già intensa interprete dell’universo femminile testoriano».
Si tratta di «un frammento doloroso ed emblematico della storia delle donne – ha scritto Silvia Filippelli nel volume “Il topos della malmonacata nella letteratura italiana” – l’origine di una galleria di creature fantastiche, sospese tra rinuncia alla vita e disobbedienza alla regola, tra rassegnazione e anelito disperato verso una forma di “salvezza”. Salvarsi dalla sepoltura in un chiostro, unica dimensione immaginabile per donne senza dote, vedove, deformi o sole, equivale spesso a uno slancio eretico».
È la storia che nel frattempo stanno raccontando anche due mostre: quella di fumetti, cinema e libri aperta ai Musei civici e prorogata e quella al Serrone, che ripercorre dal punto di vista storico sia la vicenda di Marianna de Leyva sia quella della monacazione forzata nei secoli.
«Un appuntamento prezioso ed esclusivo che il teatro di Monza offre alla città nel segno di Giovanni Testori, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento e della figura femminile della monaca di Monza, emblema della fanciulla malmonacata» scrive ancora il teatro, facendo riferimento anche alla scrittura potente e spesso ambigua di testori, che solo sette anni prima aveva affrontato le tematiche omosessuali in un testo come “L’Arialda”.
Non è tutto qui: lo spettacolo è gratuito (fino a esaurimento posti) ed è il regalo del Comune alla città per fine anno. Inizia alle 21, per informazioni consultare teatromanzonimonza.it o scrivere a info@teatromanzonimonza.it.