Vero. “Lì sei vero”. E per lì si intende in prima battuta in palcoscenico. Perché questo è il senso di tutto. Ma sei vero anche in platea o in sala prove, sei vero nell’atrio mentre aspetti di accomodarti a teatro, o quando osservi quel via vai allegro di attori, famiglie, amici, volontari. Sei vero quando devi decidere chi merita di più, o sei chiamato a rappresentare enti e partner del progetto. E quando guardi uno spettacolo e ti commuovi, anche solo perché hai scelto di esserci. Per tre giorni, (quest’anno dal 10 al 13 maggio) se decidi di varcare la soglia del teatro Binario 7 di Monza, anche da semplice spettatore, lì, ti senti vero, comunque. E lo sei. A darti questa consapevolezza sono per primi loro, quelli de “il Veliero” onlus, che hanno voluto un contenitore artistico (con la direzione dei trascinatori Chicco Roveris e Daniela Longoni) per unire teatro e disabilità e mostrare, anche a sipario alzato, come il linguaggio e l’espressione teatrale siano veicolo educativo, formativo e terapeutico, che percorre strade di elevata professionalità.
Qui, quel che fuori è visto sbrigativamente come limite, come disabilità, diviene risorsa. Che poi si proietta come tale, forte della bellezza vissuta, anche altrove. Il concorso nazionale voluto a Monza, con ottime compagnie in arrivo da tutta Italia, ne è la dimostrazione.
I premi. A vincere la seconda edizione del Concorso è stato il Magnifico teatrino errante” di Bologna con “Io sono qui” «spettacolo nella quale la disabilità è opportunità per far emergere potenzialità e risorse anche di chi disabile non sembrerebbe».
Miglior regia ai livornesi di “Incessante, se credessi in un Dio” (Mayor von Frinzius), «per la capacità di organizzare armonicamente testi e coreografie con un numero notevole di attori». “Casamia.oz” si è aggiudicata invece la drammaturgia. Miglior attore Christian Barbieri, miglior attrice Martina D’Angelo; il riconoscimento della giuria popolare è andato invece a “Casamia.oz”, L’impronta onlus, Milano. A premiare tutti Aldo Baglio (quello del “Trio”), che con la moglie Silvana Fallisi, madrina del Festival, ha scelto di condividere, con tanti tanti altri, la tre giorni al Binario 7.