“Si può ridere di tutto?”. Maccio Capatonda ne è convinto: sì. Ed è per questo che invita a non comprare il libro di Sagoma editore perché la risposta è già nota, ma di acquistare piuttosto il suo (“Libro”, si intitola) o di “risparmiare tempo prezioso da dedicare ai vostri cari“ o “stare compulsivamente sui social”.
Che libro di Sagoma? “Che cazzo ridi?”, senza mezzi termini, una indagine nel mondo della comicità firmata da Sergio Spaccavento (276 pagine, 20 euro) che sarà nelle librerie a partire dal 6 maggio, nella settimana che celebra la Giornata della risata (convenzionalmente la prima domenica di maggio).
L’editore vimercatese lo presenta così: “Un atteso, pirotecnico, divertente, spiazzante, profondo, superfluo libro-intervista che vuole approfondire il ruolo dell’umorismo contemporaneo per rispondere alla domanda” se sia possibile ridere di qualsiasi cosa. All’interno le opinioni di Nino Frassica, Moni Ovadia, Claudio Bisio, Renzo Arbore, Michela Giraud, Pif, Elio, Lercio, Nicola Vicidomini, e poi ancora Antonio Rezza e Flavia Mastrella, il fumettista Leo Ortolani, Saverio Raimondo, Vauro, Immanuel Casto “e molti altri hanno chiacchierato con l’autore di satira sociale, politica e religiosa, censura, Charlie Hebdo, meme, black humor, barzellette razziste e parolacce, con il desiderio di tracciare il perimetro della libertà di espressione”.
Nel volume anche i ritratti degli intervistati realizzati da nove promettenti giovani artisti e le appendici del giornalista Leonardo Coen e del magistrato Valerio de Gioia, oltre alla prefazione dello stesso Capatonda. Spaccavento è un creativo pubblicitario e autore di tv, radio, cinema, oltre che sceneggiatore.
Si può ridere di tutto ma si possono anche fare cose serissime (ammesso e non concesso che ridere non sia serio): le royalties del libro saranno devolute a ResQ – People Saving people, l’organizzazione nata a metà del 2020 con l’obiettivo principale di salvare le persone nel mare Mediterraneo. Lo fa “con un team di professionisti e volontari per prestare soccorso e raccogliere testimonianze su quanto accade a poche miglia dalle nostre coste, è prevista una nave di circa 40 metri, con un equipaggio di 10 persone e 9 tra medici e infermieri, soccorritori, mediatori, giornalisti e fotografi”.