L’artista seregnese Luigi Belicchi, dal 6 marzo e 6 aprile, sarà presente a Milano nella chiesa San Carlo al Lazzaretto di via Lecco con una mostra alquanto originale, sia nel soggetto che nei contenuti, dal titolo “Il Crocifisso alla maniera di.. 22 maestri del Novecento interpretano la croce”.
Un evento curato da don Armando Cattaneo, che è stato per oltre 20 anni vicario parrocchiale nella basilica san Giuseppe di Seregno. I ventidue artisti sono: René Magritte, Gustav Klimt, Andy Warhol, Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Manzoni, Emilio Isgrò, Piet Mondrian, Wassily Kandinsky, Jackson Pollock, Keith Haring, Roy Lichtenstein, Je¬ Koons, Bruno Munari, Marcel Duchamp, Arnaldo Pomodoro Maurits Escher, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Jasper Johns, Mario Schifano, Gerrit Rietveld.
Nel presentare la mostra don Cattaneo ha ricordato: “tanti Crocifissi. Inattesi. Mai visti. Eppure familiari se ami l’arte del Novecento. Nessun Crocifisso è autentico. Nessuno è falso. Sono tutti “alla maniera di”. Dichiaratamente.Evoluzione del linguaggio religioso popolare? Dal normale al globale? Nessuna devozione. Nessun pietismo. Ma pugni nello stomaco. Fede in Gesù, l’Uomo della Croce? Forse. Sulla strada della vita le tappe: rispetto, ammirazione, urlo, abbraccio. Il Crocifisso è, di suo, Urlo contro ogni violenza, Abbraccio ad ogni violentato”.
L’artista Belicchi ha spiegato di essere stato “sempre affascinato dalla croce, uno dei segni più elementari creati dall’uomo. La croce è il segno riconosciuto universalmente in tutte le culture”. Ha proseguito affermando: “per l’ideazione di questa mostra, mi sono concentrato a selezionare quei pittori figurativi e non, che non si fossero mai impegnati sui temi religiosi, perciò la mia attenzione è ricaduta soprattutto e principalmente su quegli artisti che avessero anche una forte connotazione stilistica, che potessero comunicare con immediatezza e riconoscibilità la propria “maniera” attraverso i loro dipinti, i colori, il segno, in pratica il loro linguaggio pittorico.
La scelta dei ventidue artisti di cui reinterpretare il loro stile è ricaduta su coloro che hanno operato durante il XX secolo. E’ stata fatta una selezione di pittori figurativi, ritenuti più “facili”, più accessibili, più comprensibili e una sezione di “antipatici”, come li definisce Bonito Oliva, che interpretano e stravolgono il vero, che incomincia con le avanguardie fino ai contemporanei o successivi”.