La Venere di Milo e il David di Michelangelo, due icone dell’arte prese come esempio dai ragazzi di B.Live-Bullone trasformandole in base alle loro cicatrici per colmare la distanza tra i cosiddetti sani e il mondo dei malati.
La mostra si inaugura mercoledì 17 ottobre alla Triennale di Milano (ore 18.30), con le opere in esposizione fino al 28 ottobre.
La mostra “Cicatrici” nasce dalla collaborazione tra ricercatori e studenti del +Lab, il laboratorio di stampa 3D del Politecnico, e i ragazzi B.LIVE-Bullone, dai 15 ai 25 anni e affetti da gravi patologie, oncologiche, Hiv, anemie particolari, disturbi alimentari. Il risultato sono 40 opere, alte 35 centimetri e simbolicamente forti. Sculture digitali cariche di emozioni: una ragazza non ha fatto in tempo a vedere la sua Venere finita.
“Una fusione – spiega Giancarlo Perego, direttore de “Il Bullone”, il giornale scritto dai ragazzi B.LIVE – tra arte, tecnologia e sofferenza. Un chilo di plastica a testa. E tanta creatività. Ognuno ha “visto” il proprio David e la propria Venere come voleva. Punto di partenza: un trauma, un disagio, una malattia. Il senso di tutto questo? Il nostro è stato quello di avvicinare i cosiddetti sani a chi vive da malato. O meglio contro chi esclude. Contro chi sul metro si sposta se vede una ragazza senza capelli o con la bandana perché sta facendo la chemio, ma anche chi non abbraccia un giovane sieropositivo. È anche una mostra contro i tabù. Venite. Sorridete. Da vedere”.
IL VIDEO DI PRESENTAZIONE