C’è la storia di uno dei più antichi circuiti del mondo e c’è tutto il rumore dell’epoca in cui è nato, quella del futurismo. I Musei civici di Monza celebrano il centenario dell’autodromo con una mostra speciale (“Autodromo100”) dedicata alla nascita e allo sviluppo del Tempio della velocità.
Promossa dal Comune di Monza e curata da Luca Bonetti con la collaborazione di Claudia Ratti, la mostra presenta documenti, fotografie d’epoca, planimetrie storiche e rielaborazioni contemporanee che vogliono delineare “le dinamiche del tempo e le ragioni molteplici che nel primo ventennio del Novecento portano all’idea della costruzione di un circuito permanente dopo che il primo Gran Premio d’Italia si è svolto su un circuito stradale, nel triangolo Brescia – Montichiari – Ghedi, rendendo necessaria la realizzazione di un luogo dove poter sviluppare le auto e allenare i piloti”.
L’era della velocità, il futurismo, l’autodromo di Monza
Il progetto espositivo è arricchito anche da nove opere dei maestri del Futurismo, fra cui Depero, Russolo, D’Anna, selezionati da Maurizio Scudiero e Leogalleries di Daniela Porta e Grazia Casiraghi. “Con il Futurismo la pittura andava oltre i paesaggi, i ritratti e le nature morte, per divenire la pittura del movimento e della velocità – ha detto Scudiero – . Ora, all’inizio, i soggetti privilegiati per questa pittura furono il cavallo, la bici, che comunque avevano una loro componente dinamica, ma ben presto furono soppiantati dalla motocicletta, dall’automobile e dal treno, per gli ovvi esiti delle loro componenti meccaniche, quali il rumore, cioè la vera “colonna sonora” della Modernità”.
In mostra Monza e la nascita dell’autodromo
Determinante, all’inizio dello scorso secolo, è stato il crocevia tra i Savoia, Monza e il regicidio. A distanza di una ventina d’anni dalla morte di Umberto I, il figlio Vittorio Emanuele III decise di cedere le proprietà monzesi, affidando la Reggia (Villa e Parco) all’Opera nazionale combattenti che, a sua volta, le passò per la gestione alla Società Umanitaria (in consorzio con Monza e Milano). L’Umanitaria – che stava dando vita all’Isia, la culla dell’attuale Triennale – diede corpo al progetto per l’autodromo (e alla nascita di Sias con Aci).
Era gennaio 1922. A maggio terminarono i lavori, a luglio i primi giri di pista. «Per quanto esaltante o controversa la si consideri, la presenza dell’autodromo nel perimetro del Parco di Monza ha segnato l’identità e la storia della nostra città – ha detto l’assessora Arianna Bettin presentando la mostra – Comunque la si pensi, “Autodromo100” offre un resoconto dettagliato e laico delle origini di una scelta che oggi sarebbe paradossale, se non scandalosa, ma che è esempio concreto di un clima culturale, quello di cui fu prolifico interprete anche il Futurismo, che agli occhi di oggi risulta a tratti indecifrabile, senza un dovuto approfondimento, e che è parte integrante del nostro passato e del nostro presente».
La mostra viene inaugurata giovedì 8 settembre alle 18, in via Teodolinda 4, per rimanere aperta fino al 27 novembre (mercoledì 15-18; giovedì 15-18 / 20-23; venerdì, sabato, domenica 10-13 / 15-18). Sabato 10 settembre per il Gp apertura straordinaria anche dalle 20 alle 23.