Continua la visita di personaggi noti a Muggiò. La scorsa settimana, in occasione della Settimana dell’Educazione, era stato ospite dell’auditorium dell’oratorio san Luigi Alberto Pellai, medico psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Bio-Mediche dell’Università degli Studi di Milano, autore di numerose pubblicazioni e noto divulgatore scientifico (anche via social). Pellai aveva tenuto un’interessante dissertazione sul ruolo genitoriale dal titolo “Figli: istruzioni per l’uso. Interpretare al meglio il ruolo di genitori per allenarli alla vita”. Domenica 4 febbraio, tocca a una donna, manager competente e illuminata, raccontare la propria esperienza alla cittadinanza muggiorese in un incontro che si terrà alle 16 all’Auditorium del Centro Parrocchiale di via Santa Elisabetta. Si tratta di Mariella Enoc, già presidente (incarico ottenuto nel febbraio 2015 dalla Santa Sede) dell’Irccs Ospedale Bambino Gesù di Roma, conosciuto come l’“ospedale del Papa”, il più grande policlinico e centro di ricerca pediatrico d’Europa. Enoc, novarese, classe 1944, oggi procuratore speciale dell’ospedale Valduce di Como, è stata invitata dalla comunità pastorale, dall’Associazione don Luigi Bonanomi e dal Centro Aiuto alla Vita in occasione della quarantaseiesima Giornata Nazionale della Vita che quest’anno ha per tema “La forza della vita ci sorprende”.
Muggiò attende Mariella Enoc e il suo percorso professionale
La manager piemontese, in pieno accordo con Papa Francesco, ha portato le competenze del Bambino Gesù in paesi molto poveri dove ha inaugurato sedi distaccate, reparti attrezzati e ambulatori puntando anche sulla formazione dei medici locali. In un’intervista Enoc aveva dichiarato di aver cercato di portare il sapere a tutti coloro che non ce l’hanno come un dono. Un’azione che vale sia per i paesi più poveri sia per le nazioni evolute che, nell’ambito di alcune materie, hanno ancora bisogno di crescere. E proprio per questo, Enoc ha voluto diffondere il sapere anche vicino a casa promuovendo alla fine degli anni Novanta l’Università del Piemonte Orientale (Upo) scorporandola dall’Università di Torino. I risultati le hanno dato ragione, oltre alla crescita occupazionale, il giovane ateneo, che ha sedi a Vercelli, Alessandria e Novara ha contribuito, oltre alla crescita occupazionale, anche a promuovere la cultura. Infatti, il 76% dei laureati proviene da famiglie dove non sono presenti altri membri che hanno ottenuto un titolo accademico. L’università, insomma, ha agito come un vero e proprio ascensore sociale per molte famiglie. Una scuola di vita oltre che di mero sapere.