Un testo intenso, coinvolgente, commovente. Un ricordo vero, basato sui fatti, senza mai cadere nella retorica. La sezione di Monza dell’Associazione Nazionale Carabinieri e il Coordinamento provinciale MB della stessa associazione, dopo aver festeggiato nei giorni scorsi la patrona Virgo Fidelis e aver commemorato i caduti di Nassirya, ha voluto rendere omaggio al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Lo ha fatto giovedì sera al Binario 7 con la rappresentazione teatrale “Forte come la morte è l’amore”, un lavoro dell’Associazione Mnemosyne presieduta da Ettore Radice che ha curato la drammaturgia.
Monza: l’omaggio al generale Dalla Chiesa, il lavoro dell’Associazione Mnemosyne
«Abbiamo portato questa rappresentazione in diverse città italiane e in molte scuole per ricordare il generale e la sua giovane moglie – ha sottolineato Radice- due personalità importanti che in modi diversi si dedicavano agli altri. Emanuela Setti Carraro, crocerossina, è stata la prima a portare in Italia l’ippoterapia».
Radice ha ricostruito le vicende dei due protagonisti attraverso interviste, articoli di giornale, filmati, ma soprattutto ricorrendo ai diari e ai carteggi intercorsi tra i due. «Le lettere sono testimonianze che permettono di conoscere la vera indole delle persone – ha spiegato – tra quelle righe affiorano l’emotività, i valori, gli ideali».
Monza: l’omaggio al generale Dalla Chiesa, l’appello all’onorevole Sala per portare lo spettacolo alla Camera dei Deputati
Rivolgendosi all’onorevole Fabrizio Sala, presente in platea, Radice ha chiesto di poter portare la rappresentazione a Roma, alla Camera dei Deputati per farla conoscere all’onorevole Rita Dalla Chiesa, figlia del generale, e agli studenti della capitale.
A fare gli onori di casa Vito Potenza, presidente della sezione monzese dell’ANC e coordinatore provinciale. Sul palco anche il comandante provinciale Monza Brianza dell’Arma, il colonnello Rosario Di Gangi che non ha nascosto la propria emozione.
Monza: l’omaggio al generale Dalla Chiesa, l’emozione del colonnello Di Gangi
«Ogni volta che viene presentato qualcosa che riguardi Dalla Chiesa – ha esordito – si fa un grande dono all’Arma. Il generale è un modello ideale di riferimento, una delle figure più nobili che i Carabinieri, ma anche l’Italia intera, hanno avuto. È stato un servitore dello stato che ha compreso i pregi e i difetti dei siciliani, meglio degli stessi siciliani. Ha fatto tanto per la mia terra».
Rammentando i suoi anni al Ros, Di Gangi ha sottolineato come il metodo investigativo di Dalla Chiesa sia ancora un modello vincente per il contrasto al crimine organizzato.
«Negli uffici – ha affermato – campeggiano ancora le sue foto con quel suo sguardo bonario, quasi paterno, ma severo al tempo stesso e i suoi occhi che guardano lontano».
La serata ha avuto il contributo di Acinque e il patrocinio del Comune di Monza.