Monza: la storia della città ha trovato casa, ecco il nuovo archivio

In via Enrico da Monza la nuova sede dell’archivio storico della città, con 6.500 faldoni che raccontano dieci secoli di testimonianze e documenti.
Monza: inaugurazione Archivio storico
Monza: inaugurazione Archivio storico Fabrizio Radaelli

“L’Archivio storico civico è il luogo dove i cittadini di Monza possono trovare informazioni sulla storia della loro città, raccolte in documenti e atti a partire dal XII secolo fino al 1978, finora conservati in tre sedi diverse” e cio archivio di via Annoni, biblioteca civica e archivio di deposito di viale Sicilia, ricorda l’amministrazione comunale. A partire da sabato 12 gennaio “per la prima volta tutta la documentazione, custodita in quasi 6.500 faldoni, viene riunita in un’unica sede”.

All’interno, sottolinea il Comune nella pagina web dedicata all’archivio, “una miniera di informazioni sulla storia della città di Monza, alla portata di tutti i cittadini”. Sono disponibili gli inventari cartacei e il supporto informatico e il catalogo è presente anche sul sito lombardiabeniculturali.it nella sezione dedicata agli archivi documentali della Regione Lombardia.Tra le varie sezioni si trovano l’Archivio storico civico (che compre i documenti tra il 1458- e il 954), l’Archivio storico dell’Ente comunale di assistenza (1174-1980), l’Archivio del Consorzio autonomo Monza -Milano -Umanitaria (1853-1940) e l’Archivio dell’Amministrazione del Parco (1923-1991) oltre a quello delll’Opera pia Bartolomeo Zucchi (1432-2001), dell’Opera pia balnearia agli scrofolosi poveri di Monza (1863-1950), l’Archivio cosiddetto della Repubblica Cisalpina (1796-1835) così come l’Archivio storico dell’Opera pia Angelo Bellani (1747-1967) e quello delle Pie Case di ricovero e industria (1780-1986). La documentazione era stata riordinata in un processo molto lungo, iniziato nel 1922 e finito soltanto nel 2005.

«Il nostro impegno – spiegano il sindaco Dario Allevi e l’assessore Pierfranco Maffé – è conservare la storia di Monza, un patrimonio che rischia di restare dimenticato o, addirittura, andare disperso. Ma non solo. I fascicoli, oltre a essere salvaguardati, devono essere “accessibili”. Questo l’obiettivo della nuova sede: far uscire la storia dagli archivi polverosi per scoprire, o riscoprire, la memoria della comunità».

Il documento più antico è la “Carta conventionis” del 1174, le convenzioni tra Oberto, arciprete della chiesa di San Giovanni Battista, Gerardo Tintore, frate converso, fondatore dell’ospedale dei poveri, Arderico Fidelis e Arnaldo Lanterius, consoli di Monza, sull’elezione dei sei decani e del ministro dell’ospedale e sul censo da versare alla chiesa di San Giovanni Battista.

E poi la notificazione dell’Imperiale Regio Governo di Milano, firmata dal conte di Saurau, del 1816 che attribuisce al Comune di Monza il titolo di “Città”, la lettera del 6 luglio 1849 con cui il feldmaresciallo Radetzky concede al fuggitivo Paolo Appiani la grazia per rientrare a Monza, il proclama ai monzesi del comandante del V alpini, colonnello Cocito, nel maggio del 1898, in occasione dei moti di Milano e la lettera del sindaco Leo Sorteni del 31 dicembre 1947 con cui annunciava ai cittadini l’entrata in vigore della Costituzione.

L’accesso all’Archivio storico è libero il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13 (tel. 039/3946132 – email: archivio.storico@comune.monza.it).