L’arte è sollievo: è il punto fermo da cui sono partiti gli esponenti dell’Accademia internazionale dell’acquarello e gli amministratori comunali prima di decidere di confermare il festival internazionale dedicato alla tecnica snobbata da molti, ma tutt’altro che semplice. Il coronavirus ha solo fatto slittare la seconda edizione di “Monza in acquarello”, in programma da venerdì 11 a domenica 13 in diversi luoghi della città: l’appuntamento richiamerà ottanta artisti di primo piano provenienti da 26 paesi ma, a causa delle limitazioni ai voli imposti dalla pandemia, tra gli stranieri solo nove saranno presenti.
Gli altri hanno inviato le loro opere: durante la rassegna non mancheranno i momenti di commozione tra cui quello in ricordo del cinese Liu Souxchiang, di cui sarà esposta una stampa, tra le prime vittime del covid-19 a Wuhan.
Parecchi quadri saranno donati al Comune che potrà, così, dar vita al primo nucleo di quello che potrebbe diventare un polo dell’acquarello. La tecnica, del resto, sta prendendosi una sorta di rivincita e a livello internazionale è in costante crescita il numero degli artisti che la prediligono per dipingere paesaggi, per catturare la magia di angoli nascosti o per realizzare i “carnet de voyage” ispirati a quelli in voga nel Settecento. Proprio i moderni diari di viaggio saranno esposti nell’avancorte della Villa Reale e nelle sale delle Argenterie. Venerdì 11 la Reggia ospiterà, tra l’altro, la performance di Sabina Illuzzi che creerà un taccuino con i volti dei monzesi che completerà sabato sotto l’arengario e regalerà al Comune.
Sarà possibile osservare gli artisti in azione anche in Sala Maddalena, in piazza Duomo, in piazzetta Centemero e Paleari, in piazza San Pietro Martire, scenario di una delle tre novità dell’edizione 2020: i laboratori riservati ai bambini dai 3 agli 8 anni. La seconda è l’indagine sulla percezione della luce effettuata ai Musei civici da esperti della Bicocca, della Statale e del Cnr con la collaborazione dei visitatori che potranno ammirare due tele di Mosè Bianchi e Pompeo Mariani illuminate da una luce che riproduce quella delle lampade a olio e da un’altra moderna. La terza è il contest internazionale di 120 opere in Galleria Civica che saranno valutate sia da una giuria tecnica che dal pubblico.
L’eco del successo riscosso dal primo festival, afferma Tiziana Tagliabue dell’Accademia internazionale dell’acquarello, ha raggiunto tutto il mondo attraverso i social tanto che molti artisti di fama mondiale hanno chiesto di poter partecipare. «Nel 2019 abbiamo avuto quasi cinquemila visitatori in tre giorni – commenta l’assessore alla Cultura Massimiliano Longo – che hanno contribuito a promuovere ovunque la nostra città. È stato un successo inaspettato» determinato anche dal fatto che a Milano non esiste un evento analogo. «In tanti – aggiunge il sindaco Dario Allevi – si sono fermati come ipnotizzati a guardare gli acquarellisti al lavoro».