Monza: “E se tornassimo a fare grandi concerti al Parco”?

Il promoter Roberto Masi, ideatore del Brianza rock festival e partner degli i-Days all'autodromo, getta il sasso nello stagno dopo il Boss.
Billie Joe Armstrong dei Green Day agli I-Days
Billie Joe Armstrong dei Green Day agli I-Days Fabrizio Radaelli

Lui ci crede da sempre che il Parco di Monza sia un luogo ideale per organizzare grandi concerti dal vivo. Di certo, non piacerà agli ambientalisti, che contro i live si sono sempre battuti, almeno quelli organizzati sui prati della Reggia.

Lui, invece, ci ha scommesso. Roberto Masi è il promoter musicale che ha costruito il Brianza rock festival, partito in provincia e poi sbarcato nel capoluogo come costola necessaria e indispensabile dei grandi eventi. Ma è anche tra chi come partner ha coltivato i live da decine di migliaia di persone riuscendo a trasformare l’area dell’autodromo nel teatro degli i-Days, fino al 2017: due edizioni che hanno trascinato a Monza per il festival circa 260mila persone, prima con i 60mila arrivati per Paul Kalkbrenner, Sigur ros, Suede e Biffy Clyro, poi i 207mila nel 2017 con Green day, Radiohead, Linkin park, Justin Bieber. Poi, improvvisamente, la lampadina si è spenta. E la pandemia era molto di là da venire.

Grandi concerti al Parco di Monza: “Si può fare”

Oggi, getta un sasso nello stagno, rotto soltanto dal concerto di Bruce Springsteen lo scorso luglio sempre nel prato della Gerascia dopo tanto silenzio. «Il sogno? Il sogno sarebbe l’ex ippodromo» dice subito Masi pensando a quali spazi potrebbero ospitare i grandi live, consapevole del fatto che sarebbe una strada in salita. «Ma il punto è uno: perché non tornare a fare i grandi concerti? Abbiamo dimostrato in passato di poterlo fare, e di farlo in sicurezza per tutti. Si può tornare a pensare alla grande musica nel Parco di Monza».

In tasca, il brianzolo Masi, ha ancora quell’accordo pronto per il primo concerto in Italia in assoluto del rapper Eminem: sarebbe dovuto essere a Monza, ricorda, poi non se ne fece nulla. E il musicista Usa finì con 80mila persone alla Fiera di Rho, in un concerto che, chi c’era, ricorda come epico.

«Un weekend di musica di alto livello vale milioni di indotto per il nostro territorio» ricorda ancora Masi che, per ora, lancia la palla: cosa ne dite se torniamo a essere la casa dei grandi concerti italiani?