Impossibile non provare simpatia per lui. Per quel miracoloso cesto di ciliegie donato in pieno inverno ai canonici del duomo, per quel mantello che gli ha consentito di attraversare un Lambro talmente ingrossato da aver fatto crollare il ponte che collegava le due sponde. San Gerardo è il compatrono di Monza e contende a Giovanni il titolo di santo più amato dai monzesi (ma non solo): al 6 giugno, giorno a lui dedicato, manca ormai poco e quest’anno un omaggio arriva anche dal Memb.
San Gerardo taumaturgo: la mostra a Monza
Il Museo etnologico di Monza e Brianza ha voluto dedicare a uno dei personaggi più illustri della storia della città la mostra “San Gerardo taumaturgo. Il monzese dei miracoli”: è aperta negli spazi di Mulino Colombo (vicolo Scuole, 11). «Nostra intenzione quella di fornire una raccolta di informazioni che possano aiutare a comprendere meglio la straordinaria pratica devozionale che i monzesi da oltre ottocento anni tributano a San Gerardo dei Tintori», spiega la presidente Silvana Giacovelli. Per farlo, i soci e i collaboratori del Memb hanno spulciato l’archivio storico comunale alla ricerca di ogni informazione utile a delineare un quadro quanto più preciso e approfondito.
La vita e l’epoca di San Gerardo
«Abbiamo ricostruito il periodo storico nel quale il santo è nato e vissuto, vale a dire il basso Medioevo – scrive il Memb nella presentazione della mostra – Un periodo di grande fermento, in cui la struttura sociale si fa sempre più articolata e assume molti dei caratteri propri dell’età moderna: un periodo caratterizzato da un forte sviluppo economico, che ha comportato importanti cambiamenti politici, sociali e di rinnovata religiosità».
Nato (con ogni probabilità) nel 1134 da una famiglia benestante, che aveva fatto fortuna grazie alla tintura dei pannilana, attività molto diffusa nella Modoetia di allora, il giovane Gerardo mostra da subito un forte spirito di abnegazione: rinunciando alla vita agiata che il destino gli aveva riservato, offre la sua fortuna al servizio dei poveri e dei malati della città e trasforma la casa di famiglia, che sorgeva lungo le sponde del Lambro dove oggi ha sede l’omonima oasi, nel primo ospedale laico cittadino.
I miracoli di San Gerardo
«Ben presto – prosegue Giacovelli – cominciano a circolare voci di come avesse salvato l’ospedale da un’impetuosa piena del Lambro, di come, in piena carestia, fosse riuscito a colmare i magazzini di grano e vino e di come avesse ricompensato con un cesto di ciliegie chi gli aveva permesso di pregare in duomo in una notte d’inverno. Gerardo muore nel 1207 e il suo culto si estende spontaneamente in tutta la Lombardia. Nel XVI secolo era ancora tanto amato che Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, decide di avviare il processo di canonizzazione per rendere ufficialmente riconosciuta la santità già consolidata tra la gente». La mostra, a ingresso libero, è visitabile dal 29 maggio al 30 giugno e dal 4 settembre al 2 ottobre il martedì, il giovedì e la domenica dalle 10 alle 12.30 e il mercoledì dalle 16 alle 18.30.