Marco Arosio era un monzese eccellente. Teologo esperto di filosofia medievale, ha svolto attività didattica e collaborato con diverse università pontificie, tra cui l’Ateneo Regina Apostolorum e l’Università Gregoriana. È scomparso nel 2009, a soli 45 anni, lasciando una messe di opere, molte delle quali vedranno la luce a breve. L’ultima a essere pubblicata, nel 2017, è La Mariologia di San Bernardo.
Il volume è stato curato da don Samuele Pinna, giovane teologo che ha scritto l’introduzione al testo e una riflessione sul XXXI canto del Paradiso (quello in cui Dante incontra appunto San Bernardo), e si conclude con un contributo di un altro giovane studioso, il professor Davide Riserbato. Il libro è stato presentato lo scorso 11 febbraio, giorno dell’anniversario dell’apparizione della Madonna di Lourdes, all’Istituto Leone Dehon. Sono intervenuti Alessandro Ghisalberti, Professore Emerito di Filosofia Teoretica all’Università Cattolica di Milano (il quale aveva seguito Marco nella tesi di dottorato), don Pinna e Riserbato. Ha introdotto i protagonisti della serata la giornalista del Cittadino Clementina Coppini.
Marco, in cui onore è stata istituita la cattedra Marco Arosio di Alti Studi Medievali, nelle sue pagine riesce a spiegare un argomento complesso come la figura di Maria secondo un raffinato pensatore come San Bernardo, vissuto otto secoli fa, in modo accurato e scientifico ma al contempo rendendo affascinante un tema ostico. Dalle sue parole traspare, aldilà della straordinaria competenza, una sincera passione per lo studio e per la trasmissione del sapere.
Il volume raccoglie gli appunti presi da Arosio per un corso tenuto nel 2001 presso la Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma. Appunti, come ha tenuto a sottolineare don Samuele, talmente dettagliati e puntuali da essere in pratica già pronti per la pubblicazione.
L’amore per l’insegnamento di Arosio è ben riassunto in una pagina del suo diario, in cui, il 31 ottobre 2001 (aveva 37 anni), scrive, proprio a proposito delle lezioni sulla Mariologia di San Bernardo: “Sono molto soddisfatto delle prime otto ore di lezione al Marianum. Preparo le lezioni curando i dettagli… Il rispetto per lo studente deve essere assoluto, lo studente è sacro, qualunque sia il livello di preparazione e le sue attitudini allo studio. Quando mi siedo per iniziare la lezione, non vedo dinnanzi a me studenti di un ateneo pontificio… Quando inizio a parlare mi impegno come se avessi di fronte docenti delle migliori università del mondo. Mi pare questo lo spirito giusto per svolgere con dignità e successo il mio incarico di docente”.
Era uno studioso serissimo, ma non arido: nel tempo libero aiutava i futuri sacerdoti provenienti dalle più varie parti del mondo e che avevano problemi con l’italiano a preparare tesine e tesi. La Sala Bella del Dehon, scuola dove aveva frequentato il liceo classico, era gremita di persone, a testimonianza dell’importanza del suo lavoro e di come discutere di filosofia e di teologia abbia ancora un senso.