Se due anni fa si trattava di vivere “Ogni giorno come fossi bambina” questa volta si tratta di essere madre. E di riconoscere, sentire, soffrire quel legame diretto e indissolubile con la vita fuori di sé. Facendo i conti con il fantasmi del passato. Michela Tilli torna alla narrativa a distanza di due anni dal successo del suo ultimo romanzo con “Basta un attimo”, in uscita per Garzanti giovedì 28 settembre.
Nel 2015 aveva raccontato un’ottantenne e la volontà di rimettere insieme il senso di una vita rimpianta, attraverso un’anomala avventura on the road indispensabile sia alla protagonista Argentina sia alla sua “virgilia”, la giovanissima Arianna, questa volta il mistero assume sfumature del mistero grazie alle due madri protagoniste.
«Mi è stato detto che è hitchcockiano, e la cosa mi è piaciuta» dice a una settimana dalla pubblicazione. «E devo dire che all’inizio i fantasmi erano davvero tali», prima che prendessero corpo nella famiglia di Elena, la donna intravista dalla protagonista Miriam al supermercato dopo quindici anni. C’è qualcosa nel loro passato, la perdita di un figlio da parte di Elena, che le ha allontanate. Ora, dopo avere viaggiato con il marito per il mondo, arriva a Milano, dove invece ha costruito la sua vita Miriam. Elena conquista la figlia della ex amica, Lucia, che “non ha idea di chi sia Elena – scrive l’editore – . Eppure è inspiegabilmente attratta dal fascino di quella donna venuta dal passato che le promette una libertà insperata”. Elena dovrà prepararsi a tutto, anche a confessare qualcosa di sepolto nel suo passato. «Al centro di tutto c’è il rapporto tra madre e figlia – spiega Tilli – Tempo fa ero con mio figlio e un suo amico. Avevo ancora negli le immagini di un’alluvione in Toscana e di una bambina portata via dalle acque. Mi sono chiesta: succedesse ora qualcosa del genere, cosa farei? Chi salverei per primo. L’amico di mio figlio, mi sono detta al momento, forse per la responsabilità di averlo con me. E mio figlio? Un figlio si affida a te totalmente: non salvarlo è spezzare la natura».
Quella è la sfera dell’infanzia, poi c’è quella dell’adolescenza, in cui vive per esempio Lucia, «quando bisogna lasciarli andare, bisogna offrire ai figli un altro tipo di protezione». Sono i due estremi in cui si muove anche il romanzo, in arrivo sugli scaffali mentre Michela Tilli sta già lavorando al prossimo libro, che uscirà ancora con Garzanti in pochi mesi. «E sarà la prima volta che scriverò in prima persona» affrontando ancora un tema al femminile ma senza pensarsi scrittrice al femminile.
«In realtà “Basta un attimo” parla più di temi familiari, le figure maschili esistono e sono importanti, così come la scrittrice ha un’idea della famiglia «come al luogo sicuro, un rifugio, anche perché alle spalle ho un disastro, la disgregazione. Io sono convinta debba essere il posto in cui non si ha paura di nulla».
La monzese che ha esordito con “La vita sospesa” (2011, Fernandel) per passare un anno dopo a “Tutti tranne Giulia” (2012, Fernandel), prosegue intanto anche il confronto con la scrittura teatrale: dopo “La morte balla sui tacchi a spillo” con Silvana Fallisi (spettacolo che torna in cartellone al Binario 7) arriverà anche “L5S1”, spettacolo scritto insieme ad Alessia Vicardi che arriverà in primavera anche a Monza. Il testo ha debuttato all’ultimo It Festival di Milano in una versione di venti minuti e diventerà un’ora di palco.
Basta un attimo
Michela Tilli
2017, Garzanti
312 pagine, 16.90 euro