Il Portariviste ed Eat education. E ancora LoveMe, il Segavento, Tuttitubi small. Solo alcuni dei progetti che nel corso del Novecento sono passati a fare la storia del design italiano dalle parte del Mac di Lissone. E che storia: quella che ha affiancato un premio ormai storico alla storica parabola dell’arte applicata all’industria che, tra la Lissone del mobile e la Milano dei designer, ha scritto il palinsesto di un fenomeno internazionale. Il design, appunto.
Un pezzo in più di quella storia ha deciso di scriverlo il Mac di Lissone a partire da ieri, il primo giorno utile per togliere i lucchetti anche al museo dopo la serrata generale degli ultimi (quasi) tre mesi. Per non arrivare con una minestra riscaldata all’appuntamento, il direttore Alberto Zanchetta ha preparato una nuova mostra che affianca gli ultimi sussulti della mostra del Premio Lissone 2019.
hiama “La primavera scorsa all’improvviso” e probabilmente ha molto a che vedere con una primavera, quella del 2020, che quasi nessuno ha vissuto se non tra le mura domestiche – o quella che all’improvviso, poco prima che iniziasse, ha consegnato a tutti una malattia che ha cambiato radicalmente le carte in tavola a tutto il mondo.
«Per recuperare la stagione “persa”, l’area del pianterreno è stata riallestita per accogliere una serie di oggetti, fotografie, materiali editoriali e d’archivio – scrive Alberto Zanchetta, direttore artistico del Mac – . Quasi tutte le opere i mostra sono inedite, piccoli tesori tenuti nel cassetto che diventano riferimenti “essenziali e inattesi” all’interno delle collezioni di design del Mac. Dagli inventari sono stati scelti il celebre Portariviste di Giotto Stoppinio, l’E.A.T. Education at table di Giorgio Biscaro, l’innovativo LoveMe di Maurizio Duranti, il Segavento prodotto da Bottega Ghianda, la storica cucitrice Parca Punto 64 di Bruni Maestri».
Tra le curiosità presenti nella mostra che ha riaperto il Mac di Lissone ci sono anche le tavole di assemblaggio della Tuttitubi small autoprodotta da Lorenzo Damiani, gli studi per una poltrona in ceramica che Nicola Toffolini ha progettato e mai realizzato, un esemplare del Cuboluce di Franco Bettonica e Mario Melocchi affiancato dai dépliants stampati negli Settanta dai Cini & Nils, le t-shirt della serie Republic of Welcome di Arnold Mario Dall’O e This is not an Artwork di Waldadimiro Bendandi / D+ studio. “Tra cataloghi e taccuini originali sono annoverati alcuni volumi ciclostilati di Carlo De Carli, un booklet di Andy Rementer e due libri di Romeo Sozzi in edizione limitata e numerata – aggiunge il Mac – . Particolarmente significative sono anche le fotografie vintage di una Poltrona imbottita di De Pas -D’Urbino-Lomazzi e una Poltrona componibile (per lo “spazio di un feticista, o due”) che Pierluigi Cerri e Walter Barbero concepirono per la XV Settimana Lissonese”.
E ancora foto d’epoca, disegni , libri e pubblicità che celebrano la sedia Fiocco di Gianni Pareschi, “stravagante icona del design il cui primo prototipo era stato realizzato a Lissone nel 1970 assieme ad altri arredi dimostrativi destinati alle rassegne biennali del Palazzo del mobile”.
La mostra (con le altre ancora in corso) è negli spazi del Mac di viale Elisa Ancona 6 a Lissone a ingresso libero (mercoledì e venerdì 10-13 e giovedì 16-23, sabato e domenica 10-12 e 15-19). “Un allestimento lampo per riaprire il sipario del Museo di arte contemporanea con almeno una novità dopo quasi tre mesi di serrata totale” scrive il Mac in questi giorni, anche se in realtà l’attività (digitale) non è mai stati chiusa.
«Per compensare l’inattività espositiva, il Mac ha aderito alla campagna #iorestoacasa, promuovendo una serie di iniziative online» scrive il direttore Alberto Zanchetta, che aggiunge: «#Macolletcion ha reso accessibile dalla proprio pagina Facebook le opere che nel corso degli ultimi cinque anni hanno ampliato le collezioni d’arte e di design del museo. Sul profilo Instagram, il progetto #Macaffinity ha reso omaggio al 35esimo anniversario della “Affinità elettive” curate da Carlo Guenzi nel 1985; una trentina di disegni tecnici e una selezione di quarantacinque fotografie inedite ha permesso di ripercorrere le fasi produttive degli arredi realizzati a Lissone in occasione della XVII Triennale di Milano». Su Instagram, #Boldi Xerie ha reso disponibili le locandine progettate in copia unica da Alberto Zanchetta nel 2018 per connotare l’attività espositivia del Mac attraverso testi biffati e indicazioni alfanumeriche.
Il Mac ha aderito al progetto @dilloinquindicisecondi che il ministero della cultura ha proposto agli spazi culturali: il Museo di Lissone ha deciso di collaborare con Matteo Fato per lanciare un messaggio di speranza affinché il “sacro fuoco dell’arte” restasse vivo anche nel periodo della quarantena. A giugno sono attese le mostre di Maurizio Donzelli, Sean Shanahan e Alexis Harding, anche in forma digitale.