L’appuntamento è per mercoledì 30 maggio alla libreria La Ghiringhella di Concorezzo. Alle 21, Giuseppe Mendicino presenta il suo libro “Portfolio alpino. Orizzonti di vita, letteratura, arte e libertà”. Sarà presente anche l’artista Nicola Magrin, già collaboratore del Premio Strega Paolo Cognetti, che ha disegnato la copertina.
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L’articolo di Massimiliano Rossin pubblicato sul Cittadino del 28 aprile 2018 , all’uscita del libro (in distribuzione dal 26 aprile 2018 per Priuli&Verlucca)
Paolo Cognetti voleva vedere l’Arboreto selvatico, misurare i passi di Mario Rigoni Stern, respirarne l’aria: e sapeva di avere il ponte adatto per arrivarci il più vicino possibile. Non si sarebbe aspettato probabilmente di trovarsi in mano uno dei fucili da caccia dello scrittore di Asiago.
A piazzarglielo tra le braccia è stata la moglie di Rigoni, Anna, “solida come una roccia nonostante l’età avanzata”, spigolosa ai nuovi incontri, racconta Giuseppe Mendicino nel suo “Portfolio alpino”, ma presto in sintonia con l’autore di “Le otto montagne”.
È successo quasi un anno e mezzo fa, gennaio 2017: Mendicino ha conosciuto lo scrittore del “Sergente nella neve”, ne ha scritto la biografia e altri testi, è tra i pochi a essere entrato in intimità con la famiglia di Rigoni Stern. Allora la richiesta: andiamo ad Asiago?
Il risultato è uno dei ventuno ritratti che compongono il “Portfolio” pubblicato da Priuli&Verlucca: sono “Orizzonti di vita, letteratura, arte e libertà” che lo scrittore aretino di stanza in Brianza mette in fila, il rapporto di ventuno “maggiori”, come li descrive in prefazione, e un racconto finale.
Allora Hemingway e le montagne perdute di Dino Buzzati, Tina Merlin e Nuto Revelli, così come Primo Levi, Cognetti appunto, Ettore Castiglioni e i sentieri di Segantini, ma ci sono anche figure meno note – la guida alpina Toni Gobbi, il musicologo e antifascista Massimo Mila, lo scultore Adolf Vallazza, che sconosciuto non è, ma occorre conoscerlo.
D’altra parte è questo l’invito di cui è nutrito il libro, scrive l’autore sempre in prefazione: trasmettere luoghi e persone perché anche i lettori provino “a salire sulle loro montagne cercando, se l’uomo non le ha rovinate, quel soffio di libertà che sentivano loro, la stessa ampiezza di orizzonti, naturali e civili”.
Mendicino adotta anche le parole di Nuto Revelli: “Volevo che i giovani sapessero, capissero, aprissero gli occhi. Guai se i giovani d’oggi dovessero crescere nell’ignoranza, come eravamo cresciuti noi della generazione del Littorio. Oggi la libertà li aiuta, li protegge. La libertà è un bene immenso, senza libertà non si vive, si vegeta”.
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Sulla cordata del “Portfolio alpino” c’è un altro nome, quello di Nicola Magrin, l’artista monzese che ha realizzato la copertina del romanzo premio Strega del 2017 e ora firma anche il nuovo volume di Giuseppe Mendicino: il punto di contatto tra quest’ultimo e lo scrittore milanese.
Il fucile di Mario Rigoni Stern e Cognetti? Ora è una foto, con Anna sorridente dopo avere raccontato le sue avventure di caccia giovanili, che lo passa allo scrittore. D’altra parte era stata lei, ricorda Mendicino, a insegnare a sparare al “Sergente nella neve”.