Le due guerre e il grande memoriale diffuso della Brianza per i suoi caduti

L'indagine di Giuseppe Ascanio sui monumenti che in provincia raccontano i caduti delle due guerre del Novecento.
Il monumento ai caduti di piazza Trento e Trieste
Il monumento ai caduti di piazza Trento e Trieste

Sono qualcosa più di 300 pagine e sono qualcosa più di cento anni di storia di Monza e della Brianza. Quella nel tempo si è trasformata in un grande, enorme sacrario dei figli del territorio che hanno combattuto due guerre mondiali, morendo. A firmare il libro è Giuseppe Ascanio: lui, siciliano di origine, brianzolo per vita, ha deciso che è arrivato il tempo di riassumere in un volume l’omaggio che i cittadini, e la storia, hanno tributato agli uomini che hanno combattuto per la nazione.

Le guerre e il memoriale diffuso della Brianza in un libro

È nato così “I luoghi della memoria di Monza Brianza” che l’autore, appassionato di storia del primo scorcio del Novecento, ha deciso di mandare alle stampe per realizzare un “viaggio tra simboli e ricordo dei soldati brianzoli caduti durante i conflitti mondiali dello scorso secolo”, come recita il sottotitolo. Pubblicato sotto l’egida della Provincia di Monza e Brianza e del Comando militare dell’esercito della Lombardia, il saggio ha trovato il sostegno dell’associazione Lamba Doria di Siracusa, e c’è un motivo: Giuseppe Ascanio tributa in epigrafe lo studio ai suoi nonni Francesco Gallo e Giuseppe Ascanio, che “hanno attraversato la prima guerra mondiale con l’innocenza e la leggerezza caratteristica dei fanciulli, per poi affrontare il periodo della seconda guerra mondiale con la consapevolezza e le paure di un adulto”. Ma è anche un libro per ricordare, tra chi ricorda, anche tutti i soldati caduti o chiamati a combattere “nell’adempimento del loro dovere”.

Le guerre, il memoriale della Brianza, i giovani

“Uomini, provenienti da ogni regione d’Italia o irredenti, che rappresentano il pesantissimo tributo pagato dal nostro Paese ai due conflitti mondiali del Novecento” aggiunge Ascanio, che ha voluto realizzare il libro “affinché il loro sacrificio non venga dimenticato e la loro memoria sia di monito alle future generazioni”.

Giuseppe Ascanio con Alfonso Miro
Giuseppe Ascanio con Alfonso Miro

“Questo lavoro è dato alle stampe nell’anno in cui ricorre l’ottantesimo anniversario della battaglia di Sicilia di luglio-agosto 1943, per cui vuole ricordare anche tutti i militari italiani impegnati in quel contesto operativo ivi i numerosi soldati brianzoli che vi parteciparono” osserva ancora l’autore nelle prime pagine del libro che porta in prefazione le parole del presidente della Provincia Luca Santambrogio (“Sono tre le parole dell’autore che hanno risuonato in me con grande forza: capire, rispettare, non dimenticare”) e di Alfonso Miro, generale di brigata e comandante del comando militare dell’esercito in Lombardia: “Il messaggio che sarebbe bello poter trasmettere a tutti quei giovani che si fermassero un istante davanti a questi monumenti dedicati ai militari brianzoli caduti durante le due guerre mondiali – scrive – è che la forza reale della conoscenza del passato sta nella sua capacità di proiettarsi nel futuro, di rappresentarne un punti di riferimento. Perché i momenti di riflessione collettiva di un Paese che ha percorso un cammino lungo e doloroso per conquistare quei valori democratici che ancora ci caratterizzano, si rivelano efficaci solo se il messaggio che ne deriva è rivolto a chi sarà chiamato a preservarne le fondamenta, cioè le giovani generazioni”.

Un punto di partenza sono le 300 pagine del libro di Ascanio che sono una mappa del grande sacrario della memoria di Monza e Brianza.