C’è bisogno di cultura e di bellezza, di arti e di teatro. Nella vita di ognuno e in quella di una città, somma di tutte le individualità. Forse è proprio questa necessità uno dei motivi del successo della Scuola delle arti, l’associazione culturale che Corrado Accordino e Alfredo Colina hanno fondato nel 2008: la scuola di formazione per attori, allievi attori e appassionati di teatro funziona. Funziona eccome. E un esempio ci viene offerto proprio in queste serate: da ieri sul palco nell’ambito della rassegna “PaeSaggi Teatrali” (LEGGI gli appuntamenti della rassegna) troviamo gli allievi di quattro diversi laboratori, dedicati a chi l’arte del palcoscenico la pratica già da qualche anno.
Come possiamo spiegare un coinvolgimento così ampio?
L’anno scorso abbiamo raggiunto dei picchi sorprendenti per quanto riguarda il numero di allievi, più di seicento. Non pensavamo sarebbe stato possibile superare quel traguardo e invece è successo: già adesso, a metà dell’anno, abbiamo raggiunto quella cifra. Da una parte il merito è dei nostri insegnanti, circa una trentina: il loro lavoro è ricco di impegno, costante e di qualità. Alcuni sono con noi da sempre, penso a Valentina Paiano, a Chicco Roveris, a Luca Bellocchio: sono stati in grado di dare alla scuola la sua connotazione principale. Altri entrano nella squadra anno dopo anno con diversi stimoli e particolari energie, come Fabio Banfa e Stefano Cordella. L’altra nostra fortuna è quella di avere il teatro Binario 7 con cui poter collaborare assiduamente. È una sinergia proficua. La scuola crea nuovo pubblico: una volta sul palco sali tu, quella dopo ti siedi in platea e fai lo spettatore. Si crea curiosità, interesse.
La Scuola delle arti raccoglie allievi di ogni fascia d’età e non solo a Monza: un popolo che cresce.
Guardo il sito, sto scorrendo l’elenco dei corsi che abbiamo attivato. La metà dei nostri allievi ancora non ha compiuto i diciotto anni. La proposta che offriamo a loro è realizzata con attenzione, perché sono gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza quelli in cui si forma il carattere, in cui si impara a guardare il mondo. Novità di quest’anno è l’aver ideato corsi per bambini a partire dai cinque anni circa: sono proposte di animazione teatrale che hanno riscosso un buon successo. Abbiamo anche dovuto affittare un paio di sale in via Mentana, da D&M Academy, per un paio di lezioni a settimana perché qui iniziavamo a stare stretti. Poi abbiamo una sede a Oreno di Vimercate e un’altra a Vedano al Lambro, ognuna accoglie un’ottantina di iscritti. Anche qui, pensavamo di partire in sordina e invece ci siamo subito inseriti bene. E stiamo partecipando a tante diverse iniziative sul territorio.
Ad esempio?
I nostri allievi hanno realizzato un flash mob nella piazza dell’Arengario per il decimo anno di attività del Binario 7 e un altro era stato preparato in occasione di “Monza for animals”. A breve, ancora, si esibiranno al Serrone con una performance legata alla mostra di De Chirico. Penso che molto dell’entusiasmo che percepisco derivi dal fatto che il teatro risvegli la voglia di mettersi in gioco, con se stessi e con gli altri. Insegna a scoprire la propria emotività, ad ascoltare. E in una realtà tecnologica come la nostra, questi sono valori da recuperare.