Una sessantina di persone sul palco e attorno per raccontare, una volta di più, come sia possibile fare grande musica affrontando i grandi classici della lirica senza troppi sensi di inferiorità. Lo ha fatto lo scorso anno, la Corale monzese, portando sul palco del Manzoni l’Aida di Giuseppe Verdi.
Lo rifà quest’anno, la formazione presieduta da Piera De Luca, affrontando una volta di più il repertorio più classico, le difficoltà di non avere un teatro adeguato alla lirica e gli investimenti necessari per presentare nel modo migliore una produzione di rilievo. Compie 130 anni, nel 2018, la Corale monzese e alle 16 di domenica 25 marzo, la formazione sarà sul palco del teatro monzese ancora una volta con un’opera indispensabile e ancora più adatta, per la sua dimensione corale, alla realtà nata nel 1888. «D’altra parte è il primo impegno dell’anniversario – chiosa la stessa De Luca – non poteva che essere a Monza».
A Monza arrivano in scena i membri del coro che a settembre si misurano sullo spartito di Verdi («Molti dei brani erano comunque già nel nostro repertorio») sfidando una volta di più le difficoltà di un palco che non è stato pensato per ospitare orchestre e allestimenti impegnativi («ma Elena D’Angelo, che cura la regia, è splendida e sa far muovere tutto nel migliore dei modi»). Il progetto affonda le radici nella scorsa estate e arriva ora a compimento. Nel frattempo la Corale ha eseguito i provini e selezionato i solisti, che comprendono un membro della formazione stessa, Nadia Bugo, triuggese, studentessa di canto che si è ricavata un ruolo nei panni di Anna. Con lei ci sono Mauro Bonfanti (Nabucco, corista e a volte solista della Scala di Milano), Alessandro Moretti (Ismaele), Danilo Giribaldi ( Zaccaria), Renata Campanella (Abigaille), Hideko Ogino (Fenena), Alessandro Ravasio (gran sacerdote di Belo), Davide Sensales (abdallo). A dirigere l’orchestra il maestro damiano Cerutti, alla guida della corale il direttore Aldo Ruggiano che ancora una volta muoverà le voci della Monzese per affrontare un impegno importante per la città e nella storia della corale stessa.
L’opera inizia alle 16 e sarà il risultato di mesi di lavoro, soprattutto in un anno così importante nella storia della formazione nata alla fine dell’Ottocento. «Abbiamo già un’altra data fissata in città – aggiunge De Luca – A ottobre saremo al duomo con lo Stabat Mater nell’anniversario di Rossini, scomparso nel 1868, quindi 150 anni fa, venti prima della nascita della corale.
Intanto, il Nabucco, «un’opera per noi naturale perché corale per definizione». Lunedì sera le prove all’italiana e sabato le prove generali: allestimenti e costumi sono nelle mani di Grandi spettacoli, le luci di Riccardo Galimberti, il trucco di Pbs Monza e Bsi Milano, il sostegno quello di Enerxenia, Bcc di Carate Brianza, Gruppo San Donato, Comieco, Scuola Agraria del parco, Gi.Ronchi, EnergyRe, Aido Brianza. I biglietti a 25 e 22 euro (prevendita 1 euro) si possono trovare alla Pro Monza di piazza Carducci o direttamente in teatro.
Il “Nabucco” è l’opera in quattro atti della celebre aria “Va’ pensiero” ed è composta su libretto di Temistocle Solera: ha debuttato con successo il 9 marzo 1842 alla Scala di Milano, un successo dettato anche dalle sfumature fortemente risorgimentali tributate al testo.
Non sono gli italiani sotto gli austriaci, ma gli ebrei sotto i babilonesi il popolo “prigioniero”: si ritrovato per lamentare la sconfitta in battaglia e il gran sacerdote Zaccaria dice loro di tener fede ai segni di Dio, che ha dato loro Fenena, figlia del re babilonese, come prigioniera. Ismaele annuncia l’arrivo di Nabucco (Nabuccodonosor) con l’esercito. Ma tra Ismaele e Fenena è già amore ed l’intervento di Abigaille, che ama l’ebreo, a sospendere il salvataggio presentandosi con dei guerrieri al suo fianco. Abigaille propone al giovane uno scambio: il suo amore contro la salvezza del popolo ebraico. Ismaele dice no. La situazione precipita ed è Ismaele che per salvare Fenena passa per traditore. Ma saranno gli ebrei a trionfare.
Gli ebrei come l’Italia dell’epoca, dominata dagli austriaci: sarebbero serviti altri vent’anni per arrivare all’unità d’Italia, ma solo una manciata per arrivare all’insurrezione nazionale contro Vienna. Per la Corale Monza è però soprattutto l’occasione di arrivare sul palco di Monza, in occasione dei suoi 130 (venti in meno di quella rivolta) con uno spartito che impegna la forza preponderante della sua realtà, il coro appunto. “La direzione artistica del coro fu affidata al maestro Romeo Gerosa, valente compositore che si procuro’ grande fama, non solo a Monza, ma anche in tutta Italia ed all’estero – si legge nella storia della corale stessa – . La Società uscì dal suo stato di incubazione ed apparve sui giornali monzesi per la prima volta nel 1891, proprio in occasione della celebrazione della sua patrona: Santa Cecilia. Cominciava così la sua ascesa: giorno dopo giorno venne conosciuta ed apprezzata dai monzesi accorsi ad applaudirla, dimostrando sin dall’inizio di meritare l’affetto degli appassionati e delle autorità». Che si spera, anche domenica, sarà rinnovato.
Nel frattempo la Corale incassa gli auguri del sindaco, Dario Allevi: «Rivolgiamo gli auguri più sentiti alla Corale Monzese e alla sua presidente Piera De Luca – ha detto – La storia e il valore dell’associazionismo cittadino si confermano tra i migliori fiori all’occhiello della nostra città».