In Villa reale a Monza il fascino e il mito dell’Italia (in 120 opere internazionali)

LE FOTO Dentro la mostra VIDEO Fino al 6 settembre Villa reale “Italia - Fascino e mito”, sei secoli di arte per raccontare come l’immaginario collettivo europeo sia stato nutrito dal patrimonio storico e artistico nazionale. È un altro dei capitoli fondamentali delle mostre che fanno da cornice a Expo 2015.
Monza, la mostra “Italia - Fascino e mito”: la copia da Apollo Belvedere (Musei vaticani) e Odi navali di Anselm Kiefer
Monza, la mostra “Italia – Fascino e mito”: la copia da Apollo Belvedere (Musei vaticani) e Odi navali di Anselm Kiefer

Prima la mostra sull’arte a Milano e in Lombardia nell’epoca Sforza-Visconti e quindi quella dedicata a Leonardo da Vinci. Ma c’è un terzo e fondamentale capitolo nel quadro delle mostre che fanno da cornice a Expo 2015 e viene scritto a Monza: apre giovedì 23 aprile alla Villa reale “Italia – Fascino e mito”, sei secoli di arte per raccontare come l’immaginario collettivo europeo sia stato nutrito dal patrimonio storico e artistico del Belpaese e come al di là delle Alpi un’idea ben precisa dell’Italia abbia attraversato i secoli. La mostra è aperta fino al 6 settembre.

La mostra è stata promossa da ministero, soprintendenza e direzione regionale per i beni culturali con il sostegno della Regione e trasformata in realtà da Consorzio Villa reale, Skira editore (che cura anche il catalogo) e Cultura domani grazie al lavoro (lungo) di un comitato scientifico guidato da Caterina Bon Valsassina e Sandrina Bandera.
Sono 120 le opere d’arte che occuperanno gli spazi del secondo piano nobile della reggia, provenienti dall’Italia, dall’Europa e dall’America: tra gli enti che hanno prestato capolavori alla mostra anche il Musée d’Orsay, il Pompidou, l’Hermitage, i musei di Dublino e Budapest, gli Uffizi e la Galleria Borghese, il Prado e la National portrait gallery di Londra, le Collezioni del principe del Liechtenstein. E allora Cranach e Canova, Van Dyck, Botticelli, Michelangelo e Caravaggio, Mengs e Rubens, Tiziano, ma anche Rodin e Derain, Picasso, Dalì, Moore, Warhol, Christo, Kiefer: sono gli artisti che hanno contribuito a costruire il mito e quelli che ne hanno assorbito linee e colori, forme e modelli, facendo attraversare all’Italia il mondo.

Si tratta di dipinti, sculture e fotografie che talvolta si riassumono in un dettaglio, come quel blu Kleyn che l’artista di Nizza ha individuato (e registrato) solo dopo avere scoperto i cieli degli affreschi di Giotto ad Assisi.

La mostra è divisa in quattro sezioni e in diciassette ulteriori capitoli, che vanno dalla lezione dei maestri antichi del Rinascimento a Tiziano e Caravaggio, incontrano il neoclassicismo e gli albori del simbolismo per poi passare al Novecento, fino a individuare un nuovo Grand tour, come quello che per i cinque secoli passati era stato d’obbligo per la classe colta internazionale: un viaggio in cui essenziale era un passaggio dall’Italia.

Sono i passaggi che Expo 2015 si attende e per i quali la mostra è stata chiaramente pensata: una lunga antologia dell’Italia che l’Europa e non solo hanno conosciuto e reinterpretato, ma “non si tratta di una mostra a pacchetto – ha assicurato Massimo Villa Zelman di Skira – È il risultato di tre anni e mezzo di lavoro intenso su un progetto,Sarà uno degli eventi da ricordare”, aveva pronosticato pochi mesi fa annunciando la mostra monzese. Lo spunto, ha riferito Bon Valsassina del Mibact, va ricercato in un saggio di Federico Zeri del 1976, “La percezione visiva dell’Italia e degli italiani”, inizialmente raccolto da Einaudi nella “Storia d’italia”, dove lo storico dell’arte riconduce la rappresentazione dell’Italia, a partire da Firenze, alla nascita della prospettiva con Brunelleschi. Il percorso espositivo, ha spiegato il soprintendente Bandera, è cronologico e diacronico: si sviluppa per temi quanto per successione cronologica, che ha osservato come la percezione del Paese all’estero è un tema che sotto le Alpi non è stato finora sufficientemente studiato e come proprio questa mostra, con il suo apparato critico, intenda mettere qualche punto fermo.

G li elementi che costituiscono l’immaginario collettivo europeo dell’Italia passano dalla scultura classica, quindi dal colore di Tiziano e arrivano alla tecnica di Caravaggio prima della ricodificazione della classicità del Settecento, il secolo che apre le porte alla rilettura romantica che fa perno anche sui resti dell’epoca romana: “Quando l’onorevole colonnello William Gordon, scozzese, si fa ritrarre nel 1766 da Pompeo Batoni, un selfie dell’epoca, vuole come sfondo le rovine dell’antichità e una statua classica”.

Il punto di partenza è una copia in gesso dell’Apollo del Belvedere appartenente ai Musei Vaticani, quello di arrivo le Odi navali di Anselm Kiefer: in mezzo, una collezione internazionale che non nasconde l’aspirazione di far provare ai visitatori le vertigini della sindrome di Stendhal.

Come, dove e quando. La mostra è in Villa reale, in viale Brianza 1 a Monza dal 23 aprile al 6 settembre 2015. È aperta da martedì a domenica con orario 10-19, il venerdì fino alle 22. I biglietti da martedì a venerdì costano 12, 10 e 4 euro; sabato e domenica costano 15, 13 e 5 euro. Biglietti cumulativi per la visita degli appartamenti reali. La prenotazione è obbligatoria per i gruppi, consigliata per i singoli. Infoline: 199 151140 o info(at)villarealedimonza.it.
Tra le modalità per raggiungere la Villa reale, c’è la navetta gratuita dalla stazione ferroviaria di Monza.