“Semplicemente anche un fatto da niente /Attraversato dalla corrente nello spazio e nel tempo/ Nasce piccolo infinitamente /Poi diventa troppo importante”: saranno queste le prime parole pronunciate da Morgan sul palco di Sanremo, mercoledì prossimo, quando il gruppo monzese tornerà dopo quindici anni al Festival della canzone italiana. Marco Castoldi, Andy Fumagalli, Sergio Carnevale e Livio Magnini saranno all’Ariston per la prima volta dai tempi di L’Assenzio: di lì a poco i Bluvertigo sarebbero stati “congelati”, per usare le loro parole, per permettere a tutti di seguire strade diverse. «E quelle strade a volte si incrociano di nuovo» aveva detto solo qualche mese fa Andy al Cittadino, alla vigilia del Brianza rock festival in cui sono stati protagonisti della serata di apertura.
Insomma, una reunion naturale, “Semplicemente”, che è anche il titolo del brano scelto dal gruppo per il ritorno a Sanremo dopo il successo di due estati di concerti live. Servirà anche da lancio all’album annunciato da mesi, “Tuono, Tono, Tempo e Suono”, previsto a marzo per Universal music. Il primo dai tempi di Pop Tools del 2001, la raccolta che conteneva come unico inedito proprio L’assenzio, mentre per l’ultimo album in studio occorre risalire al 199 di Zero. – ovvero la famosa nevicata dell’85.
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“Televisione banale” canterà Morgan in diretta su Raiuno, “Acqua che scorre mentre leggo il giornale / Camminare col cane sull’argine del canale / Dimenticare l’appuntamento / E quasi averlo fatto apposta”. Difficile che si scordino l’appuntamento sul palco sanremese, dove oltre all’inedito canteranno giovedì 11 febbraio “La Lontananza” di Domenico Modugno, il brano scelto per la serata degli inediti.
“Delizia di archi beatlesiani e altre ricercatezze per un giusto ritorno sul palco del festival. Il pezzo è piacevole, elegante” ha scritto Gino Castaldo dopo l’ascolto in anteprima di “Semplicemente”, promosso con un 7 anche dal Corriere della Sera. Il sipario dell’Ariston si alzerà nella serata di martedì 9, i Bluvertigo saranno in scena mercoledì (i “big” sono stati divisi in due gruppi da dieci nei primi due giorni), si ripeteranno mercoledì con la cover e si giocheranno la finale venerdì: salvo ripescaggi, cinque canzoni saranno eliminate dalla gara.
Quelle cinque, sul modello dei talent, saranno ricantate e una sarà salvata per entrare nella scaletta dell’ultima serata, sabato. Sarà invece il venerdì il giorno della proclamazione del vincitore delle nuove proposte. E lì in corsa c’è l’altro monzese Irama.
Che sul look è ancora incerto, sicuramente elegante e stravagante al tempo stesso. Quelle che non mancheranno saranno le piume alle orecchie. «Non sarei io altrimenti». Per Irama, talento monzese in gara nella sezione giovani del 66esimo Festival della canzone italiana, il conto alla rovescia è iniziato. Il 9 febbraio il palco del teatro Ariston accoglierà anche lui che si presenterà con il brano “Cosa resterà”. Tre giorni dopo uscirà il suo primo album dal titolo “Irama”, nove tracce scritte da lui, all’anagrafe Filippo Maria Fanti, in collaborazione con Giulio Nenna e Andrea De Bernardi. «Questo lavoro è la perfetta sinergia tra l’artista e Nenna – spiegano dalla Da 10 production, l’etichetta indipendente che ha prodotto il disco – insieme hanno dato vita a nove brani in cui si fondono ritornelli pop, strofe crude dal grande impatto e metafore che appartengono al mondo dei cantautori italiani». Ultimi ritocchi all’esibizione e tutto è pronto. La partenza è fissata per l’8 febbraio, la vigilia del debutto. «Per ora sto lavorando alla mia performance, sono già stato a Sanremo per le prove e l’impatto con quel palco è stato emozionante, chissà cosa sarà quando le luci si accenderanno e davanti a me avrò il pubblico. Non è tanto il palcoscenico a farmi paura ma l’icona stessa dell’Ariston, quello che il Festival rappresenta per l’Italia intera».
Dei big in gara il giovanissimo cantautore, diciannove anni soltanto, ha conosciuto gli Zero Assoluto, prima di lui nella scaletta delle prove – «li ho trovati simpaticissimi e molto disponibili» – e poi Morgan, al suo ritorno all’Ariston. «L’ho incontrato qui a Monza grazie ad alcuni amici in comune. Lo trovo un personaggio interessante e un grandissimo artista, sono contento di aver chiacchierato con lui».