Il “Fidelio” dal Teatro alla Scala di Milano al cinema Teodolinda di Monza, al Nuovo di Arcore e al San Rocco di Seregno. La prima del 7 dicembre si potrà vedere anche in Brianza. In diretta. L’iniziativa è promossa dal tempio meneghino della lirica e da Rai, in collaborazione con Microcinema, e porta l’evento in oltre duecento sale italiane, tra cui quella monzese aderente al circuito spazioCinema.
Dal 1951 il teatro del Piermarini inaugura stabilmente la sua stagione nel giorno di Sant’Ambrogio, suo patrono, e da allora la scelta è caduta sull’opera di Beethoven già altre due volte. Nel 1974, sotto la direzione di Karl Böhm, e nel 1999, con Riccardo Muti. Ora tocca a Daniel Barenboim, il maestro argentino-istraelino, con la regia di Deborah Warner. Sul palco un cast di prim’ordine: nei panni di Don Pizarro Falk Struckmann, in quelli di Florestan Klaus Florian Vogt. Anja Kampe interpreterà Leonore, Peter Mattei Don Fernando. Kwangchul Youn sarà Rocco, Mojca Erdmann Marzelline e Florian Hoffmann Jaquino.
L’azione prende avvio in una prigione poco distante da Siviglia. Siamo nel XVII secolo. Don Pizarro, governatore del carcere, è riuscito a imprigionare, ingiustamente, Florestan, suo acerrimo nemico. Leonore, moglie di Florestan, si finge uomo: prende il nome di Fidelio e inizia a cercare il marito, misteriosamente scomparso. Lo spunto è fornito da “Léonore ou L’amour conjugal”, dramma di Jean-Nicolas Bouilly, ispirato, così si tramanda, a una vicenda realmente accaduta nel distretto di Tours, negli anni in cui in Francia imperversava il Terrore. All’interno della sterminata produzione del maestro di Bonn “Fidelio” è l’unico lavoro teatrale. Si tratta di un “singspiel”, genere operistico che si caratterizza per un’alternanza tra parti cantate e recitate.
La sua gestazione fu laboriosa, ad ammetterlo l’autore stesso: «Di tutte le mie creature, il “Fidelio” è quella la cui nascita mi è costata i più aspri dolori, quella che mi ha procurato i maggiori dispiaceri. Per questo è anche la più cara; su tutte le altre mie opere, la considero degna di essere conservata e utilizzata per la scienza dell’arte». La prima versione, presentata il 20 novembre 1805 al Theater an der Wien di Vienna non incontrò il favore del pubblico. Beethoven mise mano a un’altra edizione l’anno successivo, il 1806, ma ancora una volta i risultati furono mediocri. Solo nel 1814 giunse alla versione definitiva. La popolarità e il consenso crebbero gradualmente: nel “Fidelio” si parla di libertà, lotta contro le ingiustizie, tirannide. Si parla di forti valori morali e di un amore coniugale indistruttibile. La nuova produzione del Teatro alla Scala sarà trasmessa a partire dalle 17.30. Durata: due ore. Biglietti a Monza: 15/12 euro.
Chi non volesse uscire di casa può vedere la prima in televisione su Rai 5 (canale 23) dalle 17.45. Chi invece, pur senza bilglietti, vuole vederlo a Milano, ecco dove può andare senza dover pagare nulla (ingresso fino a esaurimento posti):
Teatro dal Verme
Muba Museo dei bambini – Rotonda della Besana
Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II
Auditorium Gaber della Regione Lombardia
Auditorium Valvassori Peroni
Wow Spazio Fumetto
Atir Teatro Ringhiera
Ex Fornace
Spazio Teatro 89
Teatro IN-Stabile interno alla II Casa di reclusione di Milano Bollate
Casa delle Associazioni e del Volontariato
Teatro della Cooperativa
MIC Museo Interattivo del Cinema