Nemmeno Philip Zimbardo, il suo ideatore, riuscì a prevedere con esattezza quello che sarebbe successo. Nonostante fosse stato programmato per durare quasi il triplo del tempo, l’esperimento psicologico venne interrotto allo scadere del quinto giorno: divenne subito chiaro che quattordici, lunghissime giornate avrebbero messo in pericolo l’incolumità fisica e mentale dei partecipanti.
Realizzato dalla compagnia Òyes, “Effetto Lucifero”, liberamente ispirato al famoso “Esperimento carcerario di Stanford”, arriva sul palco del teatro Binario 7 da venerdì 6 a domenica 8 febbraio (informazioni, prenotazioni e costi su www.teatrobinario7.it). Sul Cittadino in edicola il 5 febbraio il coupon-sconto per i lettori.
«La ricerca è molto famosa – spiega Dario Merlini, autore, regista nonché interprete dello spettacolo – Nel 1971 all’università di Stanford Zimbardo studiò gli effetti psicologici che potevano derivare dall’assegnazione di un particolare ruolo: prigioniero o guardia carceraria? Scelse 24 dei suoi studenti, tutti maschi: mediante sorteggio assegnò loro un ruolo o un altro».
Una prigione venne allestita nei sotterranei dell’università. Gli studenti si calarono così bene nei ruoli che abusi, soprusi e torture segnalarono immediatamente la perdita, da parte di tutti, del contatto con la realtà. «Stefano Cordella, uno degli attori – prosegue Merlini – oltre ad essere diplomato ai filodrammatici, è psicologo: ha studiato Zimbardo per la sua tesi di laurea e desiderava realizzare uno spettacolo su questo tema. Io, Umberto Terruso e Andrea Lupi (gli altri due registi, ndr) abbiamo deciso di accogliere la sfida. Al posto di andare in vacanza, l’estate del 2010 l’abbiamo trascorsa in sala prove a mettere insieme lo spettacolo – tutti noi, registi e attori. E abbiamo fondato la compagnia». “Effetto Lucifero”, però, non è ambientato in una finta prigione: «L’idea di collocare la scena in una casa abbandonata è venuta a me. Non volevamo realizzare una cronaca dell’esperimento, ma raccontare la storia in maniera originale».
Troviamo così sul palco sei uomini, sei sconosciuti: si rifugiano in una casa isolata. I padroni danno loro tutto ciò di cui hanno bisogno: un tetto, un lavoro, del cibo e sei tute pulite. Solo a tre di queste sono abbinate le chiavi di tre stanze. «Ci sono i buoni e i cattivi, c’è chi si deve difendere e chi minaccia l’altro in nome dell’autorità costituita – prosegue Merlini – Ricreiamo le stesse dinamiche dell’esperimento, dinamiche peraltro davvero attuali queste sull’abuso di potere, e cerchiamo di offrire allo spettatore un punto di vista critico: perché ci affidiamo, quasi senza riflettere, all’autorità? Perché in nome suo è così semplice compiere i peggiori crimini? Come nasce la violenza?».
E come la si combatte? “Effetto Lucifero”, di Dario Merlini. Con Stefano Cordella, Daniele Crasti, Massimiliano Mastroeni, Dario Merlini, Dario Sansalone, Fabio Zulli. Regia di Umberto Terruso, Dario Merlini, Andrea Lapi.