A Lissone i nomi che hanno fatto la storia del design italiano nel mondo. Il museo Mac inaugura l’attesa collezione permanente, concepita e curata da Alberto Zanchetta, con la mostra “Guardare la luna, non il dito”. Dal 23 febbraio al 21 aprile per ribadire il concetto di “una autorevole collezione nella autorevole culla del design”, con una chicca dedicata proprio alla città.
Lissone è stata sempre sinonimo di “Capitale del mobile”. E, in virtù di una storia importante ma spesso sottovalutata, il Mac “ha cercato di integrare il proprio patrimonio con una collezione di design che afferisce non solo ai trascorsi della cittadina briantea, ma si proietta verso un panorama ampio ed eterogeneo, di respiro nazionale e internazionale”, si legge in una nota.
Ed ecco allora, tra gli altri, i nomi del calibro di Aulenti, Botta, Colombo, De Lucchi, Magistretti, Sambonet.
“Dagli inizi del Duemila, le raccolte museali hanno documentato il divenire dell’arte, ma è solo dal 2007 che la programmazione del Mac si rivolge anche al design, istituendo un premio biennale per i giovani progettisti – continua la nota – Malgrado la manifestazione si inserisca in un tessuto di ricerca e di sviluppo che appartiene alla tradizione lissonese, soltanto dieci anni dopo è stato possibile costituire la raccolta di design, il cui primo nucleo data al settembre dello scorso anno. In breve tempo, la neonata collezione si è però ampliata considerevolmente, allo stato attuale è composta da un centinaio di oggetti e da più di trecento disegni tecnici, unitamente a un nucleo di materiali afferenti il visual design”.
La mostra “Guardare la luna, non il dito”, parafrasa un celebre detto cinese per invitare a osservare con attenzione gli oggetti in mostra per riuscire a trascenderne la forma e comprenderne più a fondo la progettualità.
Con lo stesso intento si è voluto ridisegnare/riprogettare la collezione del museo, che Alberto Zanchetta, direttore del Mac, ha arricchito con oggetti che sono espressione della sapienza dei loro progettisti e della perizia di importanti aziende del settore.
E allora il Leggio d’Orsay di Aulenti, la Parola Amore di Tovaglia, il Segavento di Livio e Piero Castiglioni o il papillon in legno di Botta, i calcolatori di Bellini, il packaging Tŷ Nant di Lovegrove e il Discovolante di Lissoni. L’appendiabiti Stella dei fratelli Mendini, il tavolino Aile di De Marco e Fanciullacci, l’orologio ipnotico e perpetuo di Zambelli, l’abito in vinile di Cannavacciuolo e lo storico Componibile di Castelli Ferrieri rivisitato da Fabio Novembre. Tra le curiosità una croce componibile di Iacchetti e il rosario usa e getta di JoeVelluto, gli occhiali in cartone di La Roche e gli occhiali da sole di Duranti.
Sedute e lampade diventate vere icone, dalla Eclisse di Magistretti alla Passiflora di Natalini e Toraldo di Francia, fino alla più recente Elica di Sironi. Nell’angolo cucina i bollitori di Gehry e Graves, le caffettiere di Rossi e Sapper, la pesciera di Sambonet e il set di “Monachine” di Duranti. All’area del giardinaggio rimandano invece il Santavase di Santachiara e la Carry on di Faccin.
Assieme a disegni autografi e a elaborati grafici. Di particolare rilievo per la storia locale, una inedita eliocopia del Palazzo del Mobile di Lissone progettato da Faglia e Galmanini, così come alcuni manifesti promozionali delle storiche Settimane lissonesi.
Il museo è aperto dal mercoledì al venerdì dalle 10 alle 13, giovedì dalle 16 alle 23, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.