Nel 1775, nell’anno in cui veniva eseguita l’ultima condanna a morte in Europa per stregoneria, e Pio VI saliva al soglio di Pietro come 250esimo papa, a Sèvres, un paesino nella regione dell’Île-deFrance, gli artigiani della porcellana fabbricavano il servizio da portata che un secolo dopo avrebbe addobbato la tavola regale di re Umberto I di Savoia e della regina Margherita.
Ceramiche riccamente decorate, impreziosite dall’oro, piatti, zuppiere e perfino il cestello del ghiaccio, dove si metteva la neve per tenere al fresco le bevande. Oggi tanto regale e nobile sfarzo rivive sulla tavola sontuosamente apparecchiata e riprodotta nella sala da pranzo della Villa reale, al primo piano nobile.
E proprio il prezioso servizio, corredato dai calici provenienti da un’azienda di Empoli che li ha riprodotti basandosi sul disegno classico, è una delle chicche inedite che i visitatori della Villa reale hanno potuto ammirare in occasione della riapertura straordinaria.
La mise en place regale non è la sola sorpresa preparata per accogliere il ritorno dei turisti dopo un anno e mezzo di chiusura forzata.
Sempre il primo piano nobile custodisce anche una delle più importanti collezioni di Maggiolini: i celebri tavolini da gioco di legno intarsiato, resi celebri dalla maestria dell’ebanista Giuseppe Maggiolini, nato e vissuto a Parabiago tra la seconda metà del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
Nella sala del biliardo, accanto all’atrio di ingresso alla reggia, si possono ammirare alcuni di questi capolavori di arte e meccanica: tavoli da gioco con leve e pulsanti capaci di far scattare cassetti segreti o adattare il tavolo in base al gioco. Anche la collezione Maggiolini è un’altra sorpresa che attende chi si incammina attraverso le stanze della reggia.
E poi ci sono due divise, una da ufficiale tenente dei bersaglieri e un’altra da gala nera da maggiore di fanteria, collocate nell’armeria all’ingresso degli appartamenti di re Umberto I, donate da Pasquale Alessandro Griesi, cavaliere del Sacro ordine costantiniano di san Giorgio e cavaliere dei santi Maurizio e Lazzaro.
Queste sono le novità che i visitatori potranno ammirare da ora all’interno della Villa. Degli inediti mai esposti prima. Ma la reggia, e i suoi magazzini, nascondono tesori ancora da scoprire. Per questo motivo è stato ricostituito il gruppo di lavoro composto da funzionari della Soprintendenza e membri del Consorzio Reggia di Monza. Tra loro c’è anche Corrado Beretta.
«Lo scopo di questo gruppo è di conoscere il patrimonio che non è ancora stato esposto. Le ceramiche di Sèvres allestite nella sala da pranzo non venivano mostrate al pubblico dal 1963 – spiega Beretta – Le abbiamo ritrovate e studiate ed è stato deciso di ricollocarle in quell’ambiente. Il nostro compito ora non è tanto ricostruire gli ambienti che c’erano in origine, perché sarebbe impossibile, ma archiviare e conoscere il grandissimo patrimonio che ancora deve essere studiato: dagli oggetti ai mobili, dai pavimenti ai vestiti fino ai lampadari. Il prossimo studio che porteremo a termine riguarderà la Sala degli uccelli, l’unica di tutta la reggia della quale abbiamo tutti gli arredi».