Un’antologia di racconti, di storie di vita narrate da persone recluse. È “Il giardino delle ortiche”, a cura di Antonetta Carrabs, frutto del lavoro della redazione Oltre i Confini – Beyond Borders, nata nella casa circondariale Sanquirico nell’estate 2018 in collaborazione con il Cittadino che lo pubblica a cadenza bimestrale con il giornale in edicola e digitale. L’opera, realizzata grazie all’associazione umanitaria Zeroconfini onlus, sarà presentata lunedì 5 luglio alle ore 9.30 nell’area verde della struttura penitenziaria.
All’incontro saranno presenti, oltre alla curatrice Antonetta Carrabs, anche il direttore della Casa Circondariale Sanquirico Maria Pitaniello, il direttore de il Cittadino Monza Brianza Cristiano Puglisi e il direttore del Cpia Monza e Brianza Claudio Meneghini.
“Questo libro – spiega Antonetta Carrabs, presidente Zeroconfini onlus – racconta il nostro altrove. Non vuole essere un riassunto di esistenze perdute, ma la narrazione delle nostre storie di vita che risuonano qui dentro come uno sciame sismico e ci fanno rumoreggiare la testa come un alveare. Sono racconti nomadi di persone recluse meritevoli di essere raccontati e immortalati su una bobina di carta. In questo nostro triste presente viviamo a contatto con persone di etnie diverse e provenienti da mondi lontani che ci portano a scoprire realtà che appartengono a diverse latitudini e longitudini. Scrivere è diventato per noi un bisogno primario ci aiuta a traghettare verso la vita libera forse con una maggiore consapevolezza di tutti quei valori che avevamo perduto e che oggi abbiamo ritrovato”.
Ai lettori de il Cittadino i “racconti nomadi” contenuti nell’antologia sono cosa nota, pubblicati in questi anni tra le pagine del giornale con inserti di otto pagine. Una iniziativa sostenuta dall’allora direttore Claudio Colombo e curata in redazione dal giornalista Roberto Magnani.
“La parola, la poesia e la narrazione hanno avuto un ruolo auto-educativo e terapeutico -riprende Carrabs – e hanno consentito una sorta di emancipazione anche in una situazione difficile come quella del carcere. Hanno aiutato gli animi a riconciliarsi preparandoli alla riappacificazione con quel mondo dal quale sono stati momentaneamente allontanati. Questa esperienza ha svolto un’importante funzione di democratizzazione e di sensibilizzazione, favorendo il consolidamento di un gruppo che è riuscito a traghettare, fuori dalle mura, la propria realtà umanizzata fatta di persone che vivono in attesa di riconquistare la propria libertà, una libertà che descrivono come un dono prezioso”.
Il progetto ha goduto della disponibilità e del supporto del direttore della Casa Circondariale Sanquirico Maria Pitaniello, convinta che “la scrittura abbia una valenza terapeutica autentica e rappresenti un ponte tra chi scrive e l’esterno che permette di conoscere e farsi conoscere”.
“Un ringraziamento – sottolinea Carrabs – va anche al direttore del Cittadino di Monza e Brianza Cristiano Puglisi convinto che “dagli errori non siamo immuni” e che sia proprio questo lo spirito con cui affrontare i testi che troverete all’interno di questo volume. Testi che sono fatti per essere letti con gli occhi ma prima di tutto vanno affrontati con il cuore. E grazie anche a Claudio Meneghini, direttore del CPIA Monza e Brianza, che affida “alla scuola in carcere un compito importante nella formazione e riabilitazione del detenuto attraverso la pratica della scrittura che in questo volume assume anche la forma della scrittura poetica”.