Brugherio abbraccia il Sol Levante: l’arte di Miyayama e Takahashi

Dal 16 novembre Palazzo Ghirlanda ospita la bipersonale delle due artiste che si dividono tra GIappone e Milano: è “Matsu – Osservare l'attesa”.
Dettaglio di un'opera della mostra di Brugherio a Palazzo Ghirlanda
Dettaglio di un’opera della mostra di Brugherio a Palazzo Ghirlanda

Il dilatarsi del tempo, uno spazio di passaggio tra due accadimenti, un vuoto che si riempie, la meditazione che precede l’azione o stimola il cambiamento interiore, spesso legato a una dimensione spirituale: è tutto questo l’attesa nella cultura giapponese. E le suggestioni suscitate da quei momenti non di rado si traducono in opere d’arte: lo rivela la mostra “Matsu – Osservare l’attesa” che sarà inaugurata sabato 16 novembre, alle 16, a Brugherio, nella galleria espositiva di Palazzo Ghirlanda, in via Italia.

Fino al 22 dicembre si potranno ammirare le opere di Kaori Miyayama e Kanaco Takahashi, due artiste che vivono tra l’Italia e il Giappone e che hanno ottenuto diversi riconoscimenti a livello internazionale. Con l’utilizzo di tecniche differenti, tra cui la xilografia e il ricamo di impalpabili stoffe, riescono a fissare il senso dell’attesa e del tempo che scorre, insondabile come la luce che filtra da una finestra e che disegna le ombre sul pavimento, e il forte legame tra la dimensione terrena e quella celeste evocato dagli alberi ribaltati o con le chiome che si confondono con le nuvole.

Brugherio: l’arte di Miyayama e Takahashi e il senso dell’attesa

Un'opera della mostra di Brugherio a Palazzo Ghirlanda
Un’opera della mostra di Brugherio a Palazzo Ghirlanda

La rassegna, inedita e curata da Matteo Galbiati e dalla gallerista milanese Raffaella Nobili, specializzata in arte giapponese, propone una serie di opere che dialogano tra loro, alcune realizzate appositamente per l’appuntamento brugherese. «Il termine matsu ha un’ambivalenza fonetica – spiega Galbiati – la sua pronuncia richiama sia il verbo “attendere” che la parola “pino” e invita i visitatori a riflettere sulla connessione tra l’attesa, la coscienza e la spiritualità. Secondo la cultura giapponese, infatti, gli dei possono rivelarsi agli uomini scendendo dai pini in un momento imprevedibile». Ecco, quindi, che l’attesa è uno stato che prepara all’intervento divino e non una perdita di tempo o un’azione passiva, come è percepita da molta parte della società occidentale contemporanea.

Le ricerche, anche in campo antropologico, effettuate dalle due artiste, aggiunge Raffaella Nobili, si traducono in lavori ben recepiti dal pubblico. «La mostra – commenta la vicesindaca Mariele Benzi – vuole essere un aiuto a riscoprire il significato dell’attesa come lo spazio in cui si ci prende il tempo per pensare». E forse non per caso l’evento coincide quasi interamente con la durata dell’Avvento, uno dei tempi forti della religione cristiana.

L’allestimento, che ha ottenuto il patrocinio del Consolato generale del Giappone a Milano e della Provincia, sarà visitabile fino al 22 dicembre dal giovedì alla domenica, dalle 15 alle 19. Nelle prossime settimane saranno programmati incontri tematici, visite guidate e workshop condotti da Kaori Miyayama e Kanaco Takahashi mentre il catalogo, disponibile all’inaugurazione e per tutto il periodo di apertura, è stampato in italiano, in inglese e in giapponese.