Il Mosè Bianchi perso e ritrovato A Brugherio il “Ritratto di prelato”

Eccolo don Gian Andrea Nova in posa di fronte a Mosè Bianchi. È il prelato del ritratto dimenticato per quasi un secolo in una soffitta della parrocchia di San Bartolomeo a Brugherio, ritrovato un anno fa e che sarà esposto nella galleria della biblioteca della città dall’11 al 26 ottobre.
Brugherio: particolare del ritratto di prelato realizzato da Mosè Banchi
Brugherio: particolare del ritratto di prelato realizzato da Mosè Banchi Fabrizio Radaelli

Il volto rischiarato dalla luce, un libro (probabilmente un breviario) rilegato in rosso nella mano destra, la sinistra infilata nella talare: eccolo don Gian Andrea Nova in posa di fronte a Mosè Bianchi. È il prelato del ritratto dimenticato per quasi un secolo in una soffitta della parrocchia di San Bartolomeo a Brugherio, ritrovato un anno fa e che sarà esposto nella galleria della biblioteca della città dall’11 al 26 ottobre.

L’olio su tela, di 83 centimetri per 100, è quasi sicuramente un’opera giovanile del pittore monzese, forse realizzata attorno al 1864 contemporaneamente alla Comunione di San Luigi Gonzaga, collocata nella chiesa di Sant’Albino. Il sacerdote, parroco dal 1838 al 1878, potrebbe aver conosciuto l’artista in quell’occasione dato che la comunità brugherese ha contribuito alla costruzione di quella parrocchia. La storia del dipinto, però, è avvolta nel mistero: nessuno, nemmeno i più anziani, ricorda di averlo visto. Il suo ritrovamento è frutto di una ricerca cominciata dopo la scoperta sul Chronicon parrocchiale di un appunto dell’agosto 1930: “Riparazione, restaurazione di parecchi quadri di un certo valore… compiuta dal signor Paganetti di Monza. Alcuni (come il ritratto del parroco Nova, opera pregevole di Mosè Bianchi) erano quasi irriconoscibili”.

È così che i volontari sono andati quasi a colpo sicuro: hanno rovistato nelle sacrestie e nelle soffitte chiuse da decenni e, tra stampe di scarso valore, hanno recuperato il piccolo gioello. Nonostante la polvere, la firma era ben leggibile e il retro rinforzato con una pagina del Corriere della Sera del 1930. Un banalissimo foglio con la pubblicità dei piselli Cirio che per quasi cento anni ha protetto un’opera preziosa di cui tutti ignoravano l’esistenza. La prima pulitura è stata curata da Elena Sangalli mentre il restauro è stato eseguito dal laboratorio Cappelletti & Tocci.

Quel ritratto, ora, potrebbe diventare il simbolo di una sorta di rinascita culturale di Brugherio e uno degli elementi attorno a cui ruoteranno i festeggiamenti del centocinquantesimo anniversario dell’istituzione del comune, avvenuta nel 1866. Il parroco, infatti, è stato tra i firmatari della richiesta inviata a Vittorio Emanuele II.

Nella galleria della Biblioteca saranno esposte anche alcune litografie di Mosè Bianchi prestate da privati, una riproduzione in scala naturale della Comunione di San Luigi, i pannelli che documentano il recupero della tela, il bozzetto del monumento al pittore inaugurato in maggio, arredi sacri, monete e francobolli. La mostra organizzata dalla comunità pastorale Epifania del Signore, dal Comune e dall’associazione Kairos, ha ottenuto il patrocinio del Pontificio consiglio della cultura e sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Domenica 19, alle 15 e alle 16, sono in programma le visite guidate alla Comunione di San Luigi nella chiesa di Sant’Albino.