L’amministrazione comunale ha provveduto giovedì 17 giugno a denunciare ai carabinieri l’imbrattamento della base della statua di re Umberto I, che da oltre un secolo è l’elemento più caratteristico dello spazio urbano oggi chiamato piazza Italia. L’atto vandalico si è verificato nella notte precedente, quando una mano rimasta al momento ignota ha vergato la scritta “W Bresci”, sotto la quale sono comparsi il logo degli anarchici ed una seconda scritta, “Seregno anarchica antire antifa”, che potrebbe essere interpretata come una firma. Unanime è stata l’indignazione in città, con i social network che hanno fatto da cassa di risonanza alle richieste di un giro di vite in chiave di sicurezza e di un maggiore impegno nell’insegnamento ai giovani dell’educazione civica.
«Non posso che definire un imbecille l’autore di questo gesto – ha commentato Paolo Cazzaniga, forse il monarchico più noto sul territorio locale -. Ma, del resto, un anarchico non riconosce alcuna regola e nemmeno il concetto di comunità, che a tanti di noi è caro. Al di là delle opinioni politiche di ciascuno, in questo modo è stato danneggiato un patrimonio storico e culturale della nostra città. Ringrazio l’amministrazione comunale, che ha provveduto subito ad una copertura, in attesa della cancellazione definitiva».
La statua di re Umberto I di Savoia, classe 1844, assassinato nel luglio del 1900 a Monza dall’anarchico Gaetano Bresci, trentunenne originario di Prato, che gli sparò quattro colpi di pistola, fu realizzata sulla scorta di una colletta popolare, promossa nel 1903 dalla famiglia Silva, i cui discendenti ancora abitano sul posto. «I Silva – prosegue Cazzaniga – furono i maggiori finanziatori del progetto, che comunque ebbe un contributo anche dal Comune di Seregno. La famiglia, tra l’altro, si preoccupò non solo della statua, ma anche dei lavori indispensabili per farle spazio sulla piazza».
L’affetto della comunità di Seregno per il monarca sabaudo è comprovato dal fatto che, dopo il passaggio di consegne tra la monarchia e la repubblica, non siano state modificate le intitolazioni a suo nome dell’arteria che corre perpendicolarmente dall’attuale basilica San Giuseppe verso ovest e della scuola elementare che vi si affacciava e che ha operato fino a qualche decennio fa. Tra l’altro, sembra che, nei periodi che trascorreva alla Villa Reale di Monza, Umberto I fosse solito spingersi per le sue battute di caccia fino ai campi in zona San Salvatore