Il Tribunale di Como, dopo una lunghissima camera di consiglio, mercoledì 22 luglio ha condannato in primo grado due brianzoli, A.C., un 36enne di Desio, e A.M., 28 anni, di Monza, rispettivamente a 10 e 6 anni con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una minorenne disabile psichica.
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I due, il primo soccorritore del 118 e l’amico, per oltre un anno, tra marzo del 2014 e maggio del 2015, soprattutto in una baita di Plesio nel comasco, (il 36enne anche a Desio), avrebbero abusato di una 16enne affetta da un ritardo psichico – tale da essere stata giudicata invalida al 70% – conosciuta durante un trasporto in ambulanza. Sempre da quanto emerso durante le udienze, i rapporti sessuali sono stati filmati e il 36enne desiano avrebbe minacciato la minore di inviare il video (finito agli atti del processo) ai genitori per convincerla a sottostare alle richieste. Un presunto ricatto che ha indotto la ragazza, sconvolta, a raccontare l’accaduto a una terapeuta e a far avviare di fatto l’indagine.
L’avvocato difensore ha sostenuto che i due imputati non avrebbero potuto accorgersi della disabilità psichica della ragazza, mentre, al contrario, la Procura, grazie a consulenze di esperti, ha opposto che erano invece palesi i problemi ri ritardo cognitivo e di tipo psicologico della vittima, tesi, alla luce delle condanne, sposata anche dal Tribunale di Como. Una sentenza che viene dopo una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Monza, che per prima aveva avviato l’inchiesta. Il gip di piazza Garibaldi aveva tuttavia deciso che la competenza a giudicare era dei colleghi di Como, visto che la gran parte dei presunti abusi sarebbe avvenuto nella baita di Plesio.