“Sostare in divieto oggi conviene: è molto bassa, infatti, la probabilità di essere sanzionati”. Lo sostiene Aci Milano secondo i dati emersi da uno studio che si è concentrato su Milano e su Lissone, due realtà urbane diverse per dimensione ma simili per offerta e domanda di sosta. I dati sono stati presentati in un convegno a Milano.
Le rilevazioni sono state effettuate con la collaborazione delle polizie locali su due “circuiti tipo” individuati in base al tessuto urbano nell’arco di quattro ore: a Milano hanno interessato quattro zone (indicativamente i Bastioni, Circonvallazione, cerchia ferroviaria e alcuni assi di ingresso, resto della città) e tre a Lissone identificate in Centro, Semicentro e Santa Margherita, periferia.
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In un mese, a marzo, a Lissone sono state stimate poco più di 17mila infrazioni (17.234) per divieto di sosta, di queste 3.365 per sosta in doppia fila. E ne sono state sanzionate 59 (58+1)
A Milano in un mese tipo sono stati stimati 2.840mila divieti di sosta (di cui 508mila in doppia fila). Qui si può prendere una multa 1 volta su 28 divieti di sosta commessi, 1 volta su 20 se la sosta è in doppia fila.
Mentre a Lissone questi dati si ampliano con una sanzione accertata su 294 divieti di sosta commessi. Una probabilità dello 0,34%.
A Lissone la zona 1 ha l’indice più alto di infrazioni (8,8 divieti di sosta per km) mentre le zone 2 e 3 hanno dei valori simili. Per quanto riguarda le soste in doppia fila, a Lissone i valori sono molto bassi (meno di 0,5 infrazioni per km).
A generare la domanda di sosta, e le conseguenti infrazioni secondo Pietro Garbagnati e Ferdinando Longobardo, commissario capo della Polizia Locale di Milano e comandante della Polizia Locale di Lissone, sono l’indice di motorizzazione ancora elevato, la crescente domanda di spostamenti per la distribuzione delle merci e dalla crescita degli spostamenti più in generale di tipo occasionale.
“Se la presenza delle auto in sosta sulla sede stradale determina una riduzione della capacità stradale nel suo complesso tale da richiederne in alcuni casi l’eliminazione sulla rete stradale, l’occupazione di parte di essa in modo irregolare, amplifica la criticità in termini non solo di congestione del traffico ma anche dei livelli di sicurezza. Il fenomeno della doppia fila lungo alcune arterie di scorrimento, ad esempio, piuttosto che della sosta in prossimità o in corrispondenza delle intersezioni, sono solo alcuni aspetti di un fenomeno diffuso nelle nostre città che incidono in modo significativo sull’infortunistica stradale. Tra i principali interventi che potrebbero consentire di raggiungere l’ambizioso obiettivo dettato dall’Unione Europea di abbattere del 50% la mortalità sulle strade urbane, nel decennio 2010-2020 rientrano a pieno titolo anche gli interventi diretti sulla sosta, attraverso politiche e opere di moderazione del traffico per una migliore progettazione delle infrastrutture stradali”.
Anche sulla base di questa rilevazione, “la Commissione Mobilità di Aci Milano chiede un’inversione di tendenza nella gestione della sosta nelle città. I divieti, soprattutto quelli che generano situazioni di pericolo, devono essere maggiormente sanzionati”.
E poi: “Un rigore necessario per rendere il traffico più fluido, più sicuro e meno inquinante e deve essere accompagnato da campagne di comunicazione e dalla ripresa di una nuova politica della sosta che preveda, fra l’altro: la costruzione di nuovi parcheggi, il potenziamento degli impianti di corrispondenza, il maggior utilizzo delle autorimesse oggi poco frequentate, la possibilità del pagamento della sosta da parte dei residenti negli spazi a loro riservati su suolo pubblico. I proventi delle multe per divieto di sosta e dalle varie tariffazioni devono essere destinati alle nuove necessarie infrastrutture”.