Le luminarie della discordia a Cesano Maderno. Sta accedendo un ampio dibattito la scelta del Comune di avere già installato le luci natalizie, 22mila euro Iva compresa, in piena pandemia. C’è chi avrebbe preferito destinare la spesa alle attività in crisi.
Una proposta di Michele Santoro, capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia: «Esiste una Commissione Commercio, perché l’assessore non l’ha convocata e non ha chiesto il parere dei suoi membri?». Irene Romanò, assessore alla partita, difende invece la scelte per l’illuminazione: «La decisione non è mia, ma di tutta l’amministrazione. Sul tema delle luminarie non è mai stato fatto un incontro formale o convocata una commissione e oltretutto da qualche anno la spesa è sostenuta in toto dal Comune. Impossibile organizzare una riunione in presenza, allora ho inviato una lettera a tutti gli operatori commerciali. Mi ha risposto solo uno. L’aiuto ai commercianti? La nostra amministrazione l’ha già fatto, le luci di Natale non tolgono nulla».
Pietro Milo portavoce dei commercianti cesanesi all’interno della Confcommercio commenta così: «La mail dell’assessore non mi è arrivata. Non sono contro le luci di Natale, ma in un momento come questo ci vorrebbe un segnale diverso, penso al pessimo stato dei marciapiedi in via Milano davanti al mio ristorante: la loro sistemazione sarebbe un bel messaggio di rinascita».
Anche a Monza, e in diversi altri comuni della Brianza da Usmate Velate a Desio, nei giorni scorsi è stato annunciato un Natale comunque illuminato a spese del Comune.
Non saranno i commercianti a sostenere i costi delle luminarie di Natale aveva chiarito l’assessore monzese al Commercio e alle Attività produttive Massimiliano Longo, mettendo così a tacere le voci che giravano da qualche settimana.
«Non poteva essere altrimenti, visto il momento complicato che le nostre attività stanno attraversando – precisa – E non è una decisione recente: dovrebbero saperlo tutti, ormai, che le quote saranno a carico dall’amministrazione e di diversi sostenitori».
Succederà grazie anche a parte dei contributi del bando regionale dedicato alla ricostruzione economica territoriale urbana a cui il Comune, in qualità di capofila, ha partecipato con il progetto “Monza turns on the lights”: «Il centro e il resto della città non resteranno al buio, e anche l’arengario sarà di nuovo illuminato – prosegue – Lo dobbiamo ai monzesi tutti e ai nostri commercianti, con la speranza che la situazione sanitaria possa presto migliorare».
Ed è con uno sguardo di fiducia nei confronti del futuro che l’assessore sta continuando a lavorare alla nuova edizione di Christmas Monza: «L’impianto base della kermesse, quello che in questi anni abbiamo imparato a conoscere e apprezzare – spiega – è pronto, con l’aggiunta anche di due particolari sorprese: ovviamente sarà riadattato e ridimensionato in base all’andamento dell’emergenza sanitaria». Insomma, con un piano B pronto.
In settimana le luminarie sono arrivate a Monza, le stesse dell’anno passato, e sui social si è aperto il dibattito sia sull’opportunità di installarle – con testa a testa tra chi avrebbe preferito maggiore sobrietà dato il periodo e chi invece ci vede un’occasione per rendere meno pesante l’atmosfera, soprattutto per i bambini – sia sul costo sostenuto dal Comune.
Sulla questione interviene anche Civicamente. «Amministrare vuol dire prendere delle decisioni, e le decisioni possono piacere o non piacere, ci mancherebbe. Non siamo tutti uguali e questo è il bello della politica – scrive Paolo Piffer – Nessuna scelta però dovrebbe mai umiliare i cittadini, e questi 56.913 euro per illuminare l’Arengario sono un pugno in faccia a tutti i piccoli commercianti della nostra città che fra Tari, affitti e bollette rischiano di non aprire più. Io mi chiedo con che coraggio l’aula potrà votare a favore di questa iniziativa. È vero, i monzesi meritano un Natale sereno, e un po‘ di luci e musica per non dimenticare la magia di questa festa avrebbero trovato tutta la nostra approvazione, ma qui si rasenta la follia. Qui si sperpera del denaro pubblico nel pieno di un’emergenza sanitaria ed economica senza eguali. Non sono solo contrario, sono imbarazzato se penso al giorno in cui verranno accesi quei fari».