La spac “cambia” IDeaMI e il Gruppo Agrati rimanda, almeno per il momento, l’apertura del proprio capitale al mercato. L’approdo in Borsa della società brianzola leader nel campo dell’automotive, previsto grazie alla business combination con IDeaMI, la società veicolo quotata all’Aim (il mercato delle medie imprese di piazza Affari) non è andato a buon fine per decisione degli azionisti della spac (special purpose acquisition company) che hanno raccolto 250 milioni da destinare alla fusione per incorporazione con la società brianzola ma poi, una volta raggiunto l’accordo, non l’hanno ratificato.
I soldi sono pronti dalla fine del 2017 e l’intesa con Agrati è stata negoziata nei mesi estivi e formalizzata a ottobre 2018, ma nei giorni scorsi l’assemblea degli azionisti di IDeaMI non ha dato il via all’operazione. Per varare il piano occorreva l’assenso di chi rappresenta oltre un terzo del capitale sociale. Una condizione che non si è verificata visto che l’incontro è stato disertato da molti azionisti, tanto da non raggiungere il quorum richiesto. Il cambio di programma della spac IDeaMI non dipende dalla società di Veduggio con Colzano, ma dalla forte volatilità del mercato azionario italiano che dall’estate scorsa a oggi, alle prese con un rallentamento macroeconomico e con lo spread alle stelle per la manovra del Governo, ha perso quasi il 20%.
Se a questo si aggiunge qualche incertezza anche nel settore dell’automotive, si intuisce come gli investitori, convinti in estate della bontà dell’operazione, abbiano preferito attendere tempi migliori per far fruttare il loro investimento. La spac, quotata all’Aim, avrebbe permesso ad Agrati di velocizzare i piani di crescita del Gruppo, che comunque non sono stati accantonati: «Il processo di business combination con IDeaMi -spiega Cesare Agrati, presidente e amministratore delegato del Gruppo- era stato intrapreso con l’obiettivo di incrementare la competitività e di facilitare il perseguimento dei già delineati programmi di crescita e di sviluppo, contenuti nell’attuale piano industriale. Nel prendere atto dell’impossibilità di IDeaMI di finalizzare il progetto che avrebbe portato l’apertura al mercato del capitale di Agrati, il Gruppo continuerà il proprio percorso di crescita e di sviluppo con i mezzi, la capacità, l’esperienza e la professionalità sinora maturati, con l’obiettivo di cogliere tutte le ulteriori opportunità che il mercato e l’evoluzione tecnologica (inclusiva dello sviluppo dell’auto elettrica) saranno in grado di offrire nel prossimo futuro».
Traduzione: l’azienda non si ferma, continuerà le acquisizioni che l’hanno portata a 658 milioni di fatturato (il 90% realizzato all’estero) magari rivolgendosi a realtà più piccole, ma ugualmente in grado di dare nuovo slancio al Gruppo, anche grazie al credito di cui gode sul mercato. I numeri sono dalla parte di Agrati: 102 milioni di Ebitda (l’indicatore di profittabilità che si basa sulla gestione operativa) Adjusted, un utile netto di 52 milioni nel 2017.
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