Veduggio, fuga di monossido in casa: «I nostri tre cani ci hanno salvato»

Un’intera famiglia ricoverata in ospedale per intossicazione da monossido a Veduggio con Colzano. Fortunatamente madre, padre e figlioletto di 7 mesi sono stati dimessi. Grazie ai tre cani e ai trascorsi da volontaria in ambulanza della donna.
Veduggio, intossicazione da monossido
Veduggio, intossicazione da monossido Cristina Marzorati

Un’intera famiglia ricoverata in ospedale per intossicazione da monossido a Veduggio con Colzano. Fortunatamente madre, padre e figlioletto di 7 mesi sono stati dimessi. Ora stanno bene. A salvarli sono stati i loro tre cani e i trascorsi da volontaria in ambulanza della donna. È stato un finesettimana da incubo quello vissuto dai Pititto ossia papà Nicola, mamma Eva Marrella, incinta di quattro mesi, e il loro primogenito Mattia di 7 mesi.
Residenti da qualche giorno a due passi dal municipio, alle 3 del mattino di sabato 24 febbraio sono stati svegliati dai guaiti di Lapo, Blu e Ruby, i loro meticci di piccola taglia.

«In verità prima ho sentito il bambino piangere in maniera molto forte, poi più nulla – ha raccontato Nicola dopo il fatto – A ruota i cani hanno iniziato ad abbaiare, ma in maniera strana, così sono sceso al piano terra. Erano svenuti. Sembravano morti».

Il pensiero è andato a un avvelenamento. Immediata la chiamata a un veterinario e nel mentre i tre animali sono stati portati all’esterno. «Quando li abbiamo visti scorazzare tranquillamente in giardino, mia moglie ha sospettato che fossero stati intossicati dal monossido».
Eva in passato era stata volontaria per “Seregno Soccorso” e uno degli insegnamenti chiave è come riconoscere e comportarsi in caso d’intossicazione da monossido, definito gas killer perché inodore. «Siamo usciti sul balcone io, lei e Mattia. Nel frattempo abbiamo chiamato il 112».

In posto sono arrivate l’ambulanza, due squadre dei vigili del fuoco da Carate Brianza e da Seregno e l’azienda del gas. I pompieri non hanno riscontrato presenza di monossido nei locali, ma sottoposti i Pititto agli esami del caso al pronto soccorso dell’ospedale di Carate, sono stati rilevati dei livelli preoccupanti di sostanza tossica nel sangue.

«Mia moglie aveva un gran mal di testa – prosegue Nicola – Io non mi sentivo male eppure avevo un livello di monossido nel sangue pari a 22. Il limite è 10». Nicola Pititto, Eva e Mattia sono stati trasferiti al Niguarda di Milano. L’uomo è stato sottoposto a un trattamento in camera iperbarica, la moglie e il figlioletto a due: uno subito il sabato e uno a ruota la domenica. Ora stanno bene. Mercoledì scorso, la famiglia non era ancora rientrata a casa. Erano in corso i lavori per risolvere i problemi di scarico fumi della caldaia. Il suo malfunzionamento ha provocato l’emissione di monossido.