La sera di sabato 5 gennaio il megastore di giochi per bambini la Chiocciola di Varedo è stato distrutto da un devastante incendio. Sette giorni dopo Raffaele Romanò e la sorella Maria Grazia – i titolari dell’attività – si sono già rimessi al lavoro. Nei loro occhi il dolore di vedere 42 anni di storia ridotti in cenere. Nel cuore un solo desiderio: ripartire. E tornare grandi. Come e più di prima. La storia di Raffaele e Maria Grazia racconta tanto sulla stoffa degli imprenditori brianzoli e sulle ragioni del loro successo.
Raffaele, dove ha trovato la forza per ricominciare?
«Lo devo ai miei genitori: a mio padre Mario e a mia mamma Annamaria che fecero tanti sacrifici per iniziare questa attività. Ora, mi sento come loro: anche io devo ripartire da zero. Lo devo anche a mia sorella Maria Grazia, alla mia famiglia e alle mie otto dipendenti, alcune delle quali sono con me da vent’anni».
Come ha fatto a riaprire se il negozio è andato totalmente distrutto?
«Grazie a internet. E ai miei straordinari collaboratori. Senza pensarci un attimo, le mie commesse e le mie impiegate hanno accettato di venire a lavorare nella mia abitazione privata. Le stanze di casa si sono trasformate in uffici. Con il computer portatile hanno iniziato a evadere gli ordini in consegna. E poi con il nostro portale internet (www.lachiocciolababy.it, assistenza@lachiocciolababy.it e 345 2280233). Abbiamo anche attivato un nuovo numero di telefono. Devo ringraziare i nostri fornitori: Chicco, Inglesina, Cybex, Peg Perego, hanno messo a nostra disposizione i loro magazzini. Così prenotazioni, liste nascite: tutto è stato consegnato nei tempi previsti. Senza un giorno di ritardo. Subito dopo sono arrivati nuovi ordini. E anche quelli li abbiamo consegnati con corriere espresso».
Diventerete un negozio online?
«Neanche per idea. Riapriremo il più presto possibile un negozio vero. Sto cercando a Varedo una superficie commerciale 300 o 400 metri quadrati. Insomma: ci vorrà il suo tempo: ma riavremo il nostro negozio e i papà, le mamme e i bambini il loro punto di riferimento».
C’è qualcuno che ha sentito vicino in questi momenti non facili?
«Il sindaco, Filippo Vergani. La sera del disastro è venuto sul posto. E ora mi chiama due volte al giorno. Grazie a lui ho sentito il calore di Varedo e della mia gente. Devo molto a Varedo, la città dove sono nato. Ed è per questo che la Chiocciola non potrà che riaprire a Varedo. Ringrazio anche i carabinieri e il maresciallo Armando Cangemi, la polizia locale e il comandante Dario Colombo. E poi, naturalmente, i vigili del fuoco».
L’incendio ha divorato il negozio su tre piani, store molto noto nella zona come testimoniato dai numerosi commenti lasciati sui social network nella sera dell’evento, ma ha distrutto anche la casa in cui viveva la mamma dei Romanò, Annamaria Decarli, di 78 anni, che insieme al marito Mario Romanò (morto nel 2013) nel lontano 1977 aveva fondato La Chiocciola. Vi abitava con la figlia Maria Grazia e il marito di lei Roberto, il primo a dare l’allarme e a tentare di spegnere le fiamme procurandosi alcune ustioni. L’elegante abitazione che sorgeva accanto al negozio, dovrà essere abbattuta, insieme al capannone dove c’era il negozio.
Il servizio è sul Cittadino ed. Valle del Seveso in edicola (anche digitale)