Un’area da valorizzare dal punto di vista ambientale culturale. Votata al turismo sostenibile, destinata a diventare un’attrazione internazionale, ma anche capace di sperimentare nuove soluzioni in campo agricolo, realizzando laboratori e centri di ricerca insieme alle università del territorio.
Questo dovrebbe diventare l’ex area Victory secondo i programmi della famiglia Rovati, ex proprietaria della Farmaceutica Rottapharm Madaus (venduta agli svedesi di Meda e poi passata agli americani di Mylan) ma ancora nel settore con Rottapharm Biotech.
La Fidim. La Fidim, la holding di famiglia, ha acquistato, infatti, un’area da un milione e 600mila metri quadrati con cascine, impianti, siti naturali, culturali e di pregio ambientale che insiste su tre comuni (principalmente Inverigo ma anche Nibionno e Veduggio con Colzano) e tre province (Como, Lecco e Monza Brianza) destinata, nelle intenzioni, a diventare, appunto, una realtà importante anche a livello internazionale.
«Il Parco Regionale Valle del Lambro -spiega l’avvocato Bruno Santamaria che segue il progetto per la famiglia dal punto di vista legale e urbanistico- ha fatto uno specifico studio del Geo Parco di Inverigo e oggi la famiglia intende investire importanti capitali perchè vuole sviluppare e valorizzare quell’area, non per finalità meramente speculative ma prevalentemente nell’interesse pubblico, anche al fine di rendere maggiormente usufruibili spazi che sono considerati oggettivamente di interesse generale».
I Rovati, d’altra parte, sono già stati protagonisti di operazioni portate a termine con questo spirito, come quella relativa al Museo Etrusco di Milano. I termini economici dell’operazione non sono noti con precisione ma per avere la proprietà dalla Building Real Estate (ex immobiliare Victory) sono stati sborsati alcuni milioni, mentre per sistemare tutta l’area l’investimento sarà nell’ordine delle decine di milioni di euro. Una iniziativa che potrà fare da volano economico per tutta la zona sotto diversi punti di vista.
Le sinergie con gli enti accademici, per creare laboratori, centri di ricerca, ma anche per sviluppare nuove tecnologie applicabili all’ambiente e all’agricoltura, relative a piante o essenze poi utilizzabili per prodotti per il wellness. il benessere, possono essere foriere di nuove opportunità per il territorio e valorizzarlo.
«Una volontà precisa che tiene a rimarcare la famiglia Rovati -spiega ancora Santamaria- è quella di voler assolutamente garantire a tutti gli operatori del territorio la piena compatibilità dei programmi di intervento con il mantenimento delle attività circostanti in essere, creando anzi maggiore incremento e sviluppo con un ritorno favorevole per tutto il territorio e gli operatori insediati nelle zone limitrofe a quelle dell’intervento».
Un discorso che vale pure per le associazioni culturali e ambientali che da tempo si occupano e valorizzano i siti che insistono sull’area: con loro verrà mantenuta la collaborazione. Anzi, la volontà di incentivarla e di disciplinarla.
Il progetto, insomma, non prevede niente di invasivo, non ci sono nuove costruzioni in vista: i centri di ricerca, ad esempio, andrebbero realizzati nelle cascine già esistenti. Alcune di queste, infatti, quelle che ancora lo consentono, verranno recuperate, altre invece sono ormai dei ruderi che hanno fatto il loro tempo.
Investimento sostenibile. La finalità dichiarata dai Rovati, infatti, è anche di dimostrare che l’investimento nell’ambiente, nella natura, nell’agricoltura e nella cultura può essere economicamente sostenibile, soprattutto se accompagnato da una attenta strategia e una valorizzazione di settori che possono garantire un ritorno oltre che, comunque, benefici per quanto riguarda la tutela del territorio.
Anche il turismo, una delle attività che si immaginano legate all’area, sarà un turismo sostenibile, tanto che si pensa, per l’accesso, a un sistema di mobilità elettrica.