Usmate-Velate: il dipendente comunale “infedele” va a processo

L'impiegato comunale di Usmate-Velate si sarebbe appropriato di buoni carburanti in municipio per uso personale.

I guai giudiziari per il dipendente comunale di Usmate, indagato per aver preso alcune tessere-benzina dagli uffici dell’economato per fini personali, non sono finiti. È stata infatti fissata al prossimo 18 gennaio l’udienza preliminare davanti al giudice monzese per un altro episodio che lo vede coinvolto. L’accusa è quella di peculato perché secondo la Procura avrebbe utilizzato un furgoncino del comune per fini personali.

Usmate-Velate: il dipendente comunale e le indagini

Le indagini erano scattate nel dicembre 2022 quando il comandante della Polizia locale Mario Nappi aveva ricevuto la segnalazione di un cittadino che aveva notato delle anomalie nell’utilizzo di un furgone di servizio comunale da parte del dipendente. La segnalazione era molto vaga ma a quel punto gli agenti avevano svolto un’attività molto dettagliata di indagine fatta di appostamenti e pedinamenti. Così erano riusciti a cogliere sul fatto il dipendente “infedele” mentre con il furgoncino del Comune svolgeva un’attività che in quelle ore e in quelle modalità non avrebbe dovuto fare. In questo modo le prove sono state portate in Procura ed è stato avviato il procedimento per peculato.

Usmate-Velate: il dipendente comunale e la prima udienza

Nello stesso tempo è stato aperto un procedimento disciplinare da parte dell’Amministrazione, che comunque è rimasto “congelato”, in attesa anche di capire cosa ne sarà del processo e anche dell’altra inchiesta sull’utilizzo delle tessere benzina (per un valore di 900 euro) che vede coinvolto lo stesso dipendente. In quel caso il pm è diverso e i reati ipotizzati sono più gravi: furto aggravato in abitazione/ufficio, forse ricettazione e reati fiscali da accertare. All’udienza del 18 gennaio il Comune di Usmate si costituirà parte civile assistito dall’avvocato Dario Dodaro, «a tutela del prestigio, dell’onorabilità e degli interessi del Comune», come si legge nella delibera apposita. Il dipendente aspetta l’esito delle indagini e della data di pensionamento, anche se, in caso di condanna, dovrà rifondere il comune del maltolto